Home » Investimenti: vivere con l’incertezza. Parte V
Economia

Investimenti: vivere con l’incertezza. Parte V

In questa ultima puntata della serie "Decidere sull'incerto", concludiamo il nostro viaggio nell'esplorazione del libro "Radical Uncertainty" di Kay e King, un viaggio che ci ha portato ad affrontare la natura dell'incertezza e a comprendere come questa influenzi ogni aspetto della nostra vita economica e sociale.

“L’economia è sempre più definita non dal suo contenuto, ma dalla sua metodologia.”Jesse Norman
“La conoscenza sarebbe fatale, è l’incertezza che affascina. Una nebbia rende le cose belle.” Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray

Introduzione

In questa ultima puntata della serie “Decidere sull’incerto”, concludiamo il nostro viaggio nell’esplorazione del libro “Radical Uncertainty” di Kay e King, un viaggio che ci ha portato ad affrontare la natura dell’incertezza e a comprendere come questa influenzi ogni aspetto della nostra vita economica e sociale. In questo articolo, ci focalizzeremo sui capitoli conclusivi del libro, ciascuno dei quali esplora come possiamo convivere con l’incertezza in modo efficace.

La Conoscenza Pratica

L’economia è spesso descritta come lo studio delle attività umane legate alla produzione, distribuzione e consumo di beni e servizi. Alfred Marshall, nel 1890, definì l’economia come lo studio dell’umanità nelle attività quotidiane della vita, con particolare attenzione all’uso delle risorse per migliorare il benessere materiale. Nel corso del tempo, l’economia è diventata sempre più definita non dal suo contenuto pratico, ma dalla sua metodologia. Questo è un cambiamento significativo rispetto alla visione originaria della disciplina, che doveva essere una scienza sociale pratica, un mezzo per risolvere problemi concreti legati alla vita quotidiana delle persone.

Marshall concepiva l’economia come un’arte pratica, come l’ingegneria o la medicina. Proprio come un medico ha successo se riesce a migliorare la salute del paziente e un ingegnere se riesce a progettare una struttura che funzioni, così anche l’economia dovrebbe essere valutata sulla base del suo successo nel risolvere problemi reali. La crisi finanziaria del 2008 è stata un esempio evidente di come l’economia moderna abbia fallito in questo compito. Quando la Regina Elisabetta II visitò la London School of Economics nel 2009 e chiese perché nessuno avesse previsto la crisi, pose una domanda semplice ma cruciale: qual è lo scopo dell’economia se non riesce a vedere l’arrivo di una crisi di tale portata?

Questa domanda riflette la delusione generale verso una disciplina che sembrava sempre più concentrata su sofisticati modelli matematici piuttosto che sulla comprensione del mondo reale. La conoscenza pratica, quella che parte dal problema da risolvere e non dal metodo da applicare, è la chiave per rendere di nuovo rilevante l’economia. L’economia dovrebbe servire non solo gli accademici, ma anche coloro che ogni giorno prendono decisioni che influenzano la vita delle persone: politici, imprenditori, banchieri e famiglie comuni.
Il cosiddetto “imperialismo economico” di Gary Becker e della Scuola di Chicago ha cercato di applicare gli assunti economici di ottimizzazione, equilibrio e preferenze stabili a tutti i comportamenti umani. Questa ambizione di estendere l’analisi economica a ogni aspetto della vita umana ha portato l’economia ad allontanarsi dal suo scopo pratico originario. Gli economisti hanno iniziato a comportarsi come il famoso idraulico della metafora: un idraulico che arriva a casa tua con un solo strumento e cerca di adattare il problema a quello strumento, piuttosto che diagnosticare il problema e scegliere lo strumento appropriato.

L’uso dei modelli economici dovrebbe essere simile a quello degli strumenti in una cassetta degli attrezzi: ciascun modello ha la sua utilità in determinati contesti, ma nessun modello è universale. Come un idraulico professionista sa che ogni problema richiede uno strumento specifico, così anche gli economisti dovrebbero sapere che ogni problema richiede un approccio diverso. Il problema dell’economia moderna è stato quello di cercare un modello unico che potesse spiegare tutto, un “modello della galleria del vento”, simile a quelli usati in aeronautica per simulare il comportamento degli aerei. Ma il mondo economico è troppo complesso e variabile per essere rappresentato da un unico modello onnicomprensivo.

Un altro esempio significativo è il paragone con Waze, il sistema di navigazione acquistato da Google ed integrato in Google Maps. Waze non cerca di prevedere con precisione cosa accadrà in futuro, ma offre suggerimenti pratici basati sulle informazioni disponibili in tempo reale. Analogamente, l’economia dovrebbe aspirare a fornire conoscenza pratica che aiuti a prendere decisioni in un mondo incerto. L’economia non è come la fisica, dove le leggi universali possono essere applicate con certezza. È piuttosto una disciplina che deve adattarsi continuamente alle circostanze mutevoli e fornire soluzioni concrete ai problemi reali.

Il ragionamento economico deve iniziare con la domanda “Cosa sta succedendo qui?”, proprio come un medico inizia una diagnosi osservando i sintomi del paziente. In economia, come in medicina o ingegneria, non si può prescindere dal contesto specifico in cui un problema si presenta. La comprensione del contesto e l’adattamento a esso sono fondamentali per affrontare l’incertezza radicale che caratterizza il mondo moderno.

La conoscenza pratica richiede un approccio eclettico, che attinge da molte discipline e utilizza metodi diversi a seconda delle circostanze. Gli economisti dovrebbero essere più come i dentisti descritti da Keynes: professionisti umili e competenti, in grado di risolvere problemi concreti, piuttosto che teorici che cercano di applicare una teoria generale a ogni situazione. Questa umiltà e questa competenza pratica sono ciò che può rendere l’economia nuovamente rilevante e utile.

La razionalità assiomatica, quella che assume che le persone siano in grado di ottimizzare ogni decisione sulla base di tutte le informazioni disponibili, non è la razionalità del mondo reale. Nel mondo reale, le persone affrontano problemi complessi e incerti, e spesso devono prendere decisioni basate su intuizioni e giudizi piuttosto che su calcoli precisi. Questa razionalità “limitata”, come la chiamava Herbert Simon, è la vera razionalità umana, ed è quella che permette alle persone di sopravvivere e adattarsi in un mondo pieno di incertezze.

Abbracciare l’Incertezza

La stabilità non è sempre un vantaggio, e spesso è proprio l’incertezza che favorisce l’innovazione e la creatività. Harry Lime, personaggio interpretato da Orson Welles nel film Il Terzo Uomo, osservò come la turbolenta Italia rinascimentale, con tutto il suo caos politico, produsse geni, artisti e innovatori come Michelangelo e Leonardo da Vinci. In confronto, la pacifica Svizzera, con il suo ordine e stabilità, fu associata solo all’invenzione dell’orologio a cucù. Sebbene l’affermazione di Lime non renda giustizia ai veri contributi della Svizzera, essa sottolinea il legame tra contesti imprevedibili e grandi sviluppi culturali e scientifici.

Un altro esempio emblematico è rappresentato dal film Ricomincio da capo, in cui Bill Murray è condannato a vivere lo stesso giorno ripetutamente. La stazionarietà e la prevedibilità di questa vita diventano una prigione, portandolo quasi alla disperazione. Solo quando accetta l’incertezza e inizia a imparare dalle sue esperienze riesce a uscire da questo ciclo. Questo ci ricorda che la stabilità completa non è ciò che ci rende umani o felici: è la capacità di adattarci e di crescere di fronte all’incertezza che dà significato alla nostra esistenza.

La storia ci offre molti altri esempi di come l’incertezza e la volontà di affrontarla siano motori del progresso. Mentre la Cina e il Giappone, durante certi periodi storici, optarono per la chiusura e la stazionarietà, l’Europa occidentale adottò un approccio aperto e sperimentale, portando alla Rivoluzione Industriale. La storia della Cina cambiò solo quando si aprì di nuovo al mondo, sotto la pressione esterna e grazie a cambiamenti interni come quelli che seguirono la visita di Nixon nel 1972. Anche il Giappone, dopo l’apertura forzata agli scambi esteri, iniziò il suo percorso di modernizzazione. Questi esempi mostrano come la stazionarietà non sia una strategia sostenibile né auspicabile: è l’adattamento continuo all’incertezza che consente il progresso.

La distinzione tra rischio e incertezza è stata spesso fraintesa. Mentre il rischio può essere prezzato e gestito, come insegnano i modelli finanziari, l’incertezza radicale non può essere quantificata con precisione. La teoria economica moderna spesso riduce il rischio a una semplice dispersione intorno a un valore medio, ignorando l’imprevedibilità e la complessità del mondo reale. Gli eventi finanziari del 2008 hanno dimostrato chiaramente come l’assenza di volatilità apparente non significhi l’assenza di rischio. Le banche, come il tacchino di Taleb (in realtà di Bertrand Russell, n.d.r.) che ogni giorno viene nutrito fino alla vigilia di Natale, credevano di essere al sicuro fino a quando non si trovarono improvvisamente insolventi.

L’antifragilità, come descritto da Nassim Nicholas Taleb, consiste nel posizionarsi in modo da trarre vantaggio dall’incertezza. In questo senso, le opzioni – il diritto, ma non l’obbligo, di fare qualcosa in futuro – acquistano maggiore valore quanto più il contesto è volatile. L’esempio di Talete di Mileto, che acquistò il diritto di utilizzare presse per olive in anticipo rispetto al raccolto, è un esempio precoce di come sfruttare l’incertezza. Le buone strategie, sia economiche sia personali, devono essere robuste e resilienti, capaci di adattarsi a una vasta gamma di scenari e di fornire opzioni positive per il futuro.

L’evoluzione, sia biologica sia culturale, è intrinsecamente legata all’incertezza. La mutazione genetica, per quanto spesso produca risultati negativi, è ciò che permette l’adattamento e il progresso delle specie. Allo stesso modo, l’evoluzione delle istituzioni umane – università, mercati, imprese – è alimentata dall’incertezza e dalla sperimentazione.
L’imprenditorialità e la creatività umana prosperano in contesti caratterizzati da incertezza radicale, dove individui e organizzazioni possono adattarsi e crescere di fronte a nuove sfide.

L’intuizione di Frank Knight, secondo cui è l’incertezza radicale a offrire opportunità per l’imprenditorialità, è fondamentale per comprendere il progresso sociale ed economico. Gli esseri umani prosperano quando possono attingere all’intelligenza collettiva e quando operano in un ambiente che consente loro di esplorare nuove possibilità senza paura di fallire. In un mondo caratterizzato dall’incertezza radicale, dobbiamo imparare ad abbracciare l’incertezza piuttosto che temerla, accettando il rischio come parte inevitabile dell’esperienza umana e vedendo l’incertezza come una fonte di possibilità e creatività.

Conclusioni

Concludiamo qui il nostro viaggio alla scoperta di un libro fondamentale per chi opera nel campo della finanza. Comprendere la differenza tra rischio e incertezza è cruciale, ma ancora troppo poco diffuso. Speriamo che questo lavoro abbia dato un piccolo contributo al cambiamento culturale in corso in questo settore.

Alessandro Pedone, responsabile Aduc Tutela del Risparmio

(Fonte: Aduc)