Michele Barcaiuolo, Capogruppo Fratelli d’Italia al Senato, è intervenuto a Greenwich su Radio Cusano Campus circa le dichiarazioni della Presidente Meloni in vista del Consiglio UE del 20 e 21 Marzo.
Il Capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, ha esordito affermando: “È necessario fare chiarezza il nome ‘ReArm UE’ non aiuta. L’aumento delle spese per la difesa deve essere escluso dal Patto di Stabilità, anche perché aumentare le spese di difesa è un impegno che l’Italia ha già assunto con l’allora premier Giuseppe Conte. In sostanza, questo permetterà di contrarre debiti meno soggetti a sanzioni per il comparto della difesa. Il vero tema è come rendere efficace questa opportunità”.
Successivamente, Michele Barcaiuolo, ha aggiunto: “Ogni giorno l’Italia subisce un numero enorme di attacchi informatici alle proprie infrastrutture sanitarie e alle banche dati, è indispensabile destinare risorse adeguate per contrastare queste minacce. Bisogna capire che gli investimenti in difesa sono tra i più produttivi nel lungo periodo: basti pensare a quanti lavorano per garantire la sicurezza delle telecomunicazioni, dei pagamenti digitali e persino della televisione satellitare, tutti settori che derivano da investimenti nella difesa”.
E ancora, in merito ai rapporti tra UE e Usa, il Senatore di Fratelli d’Italia ha ulteriormente specificato: “Sia l’Italia che l’Europa vogliono rafforzare la NATO, ma occorre riconoscere che gli interessi statunitensi non coincidono sempre con quelli europei. Serve dunque costruire un pilastro NATO europeo in grado di esprimere una propria visione strategica. Questo non significa prepararsi a un conflitto-precisa- ma rafforzare la deterrenza, che è un principio essenziale: è pura retorica sostenere che i fondi per la difesa sottraggano risorse alla sanità e al sociale, nulla di ciò che è in discussione in Europa riguarda una simile contrapposizione”.
Infine, Michele Barcaiuolo, ha terminato il suo intervento commentando il possibile invio di truppe italiane su suolo ucraino in caso di pace: “L’invio di truppe italiane o europee in Ucraina non è mai stato all’ordine del giorno e non esiste come opzione. Al momento, l’Italia è fermamente contraria all’invio di militari in Ucraina al di fuori di un mandato ONU. Si tratta di un’ipotesi impraticabile”.