Ultimo giorno di campagna elettorale denso di significati per Democrazia Sovrana Popolare, il movimento che sostiene la candidatura a sindaco di Simonetta Gabrielli. Venerdì 2 maggio, candidati e attivisti hanno organizzato una marcia simbolica attraverso le circoscrizioni di Trento, partendo contemporaneamente da ognuna delle dodici aree cittadine per poi ritrovarsi davanti a Palazzo Thun, sede del Comune.
Ognuno dei partecipanti portava con sé un nastro di colore diverso, a simboleggiare l’identità di ogni territorio e la volontà di ricucire il legame con il centro amministrativo cittadino. “Le circoscrizioni – spiegano i promotori – sono state progressivamente svuotate del loro ruolo decisionale, ridotte a meri esecutori di scelte prese altrove. È ora di restituire loro autonomia, visibilità e potere reale nelle decisioni che riguardano la vita quotidiana dei cittadini”.
A ideare e coordinare l’iniziativa è stato Marco Patton, già consigliere comunale e da sempre impegnato nella valorizzazione dei municipi decentrati. “Trento è una città con una forte identità nei suoi quartieri – spiega –. In passato, ben 9 circoscrizioni su 12 erano veri e propri comuni: serve riconoscere questa storia e ridare forza ai territori, oggi troppo spesso lasciati ai margini, con uffici chiusi o aperti solo a singhiozzo”.
Ma accanto all’azione positiva e partecipata, il movimento denuncia un fatto grave: in almeno sei postazioni elettorali – Via Giusti, Via Grazioli, Corso 3 Novembre, Meano, Gardolo e Mattarello – i manifesti di Democrazia Sovrana Popolare sono stati strappati, danneggiati o rimossi più volte nel corso delle settimane. Un’azione sistematica, che secondo i membri del partito va oltre il semplice vandalismo.
“Non è un episodio isolato: è un gesto politico e antidemocratico – si legge in una nota –. Qualcuno ha paura delle nostre idee, della nostra voce contro la guerra e a favore della pace. Ma non ci fermeremo: nemmeno un manifesto strappato riuscirà a zittirci.”
Il movimento invita i cittadini a vigilare e a difendere il confronto libero e democratico, fondamentale per ogni comunità civile.