Home » Attualità » Luigi e Nemo Bonaventura (collaboratori di giustizia): “Mafia e protezione, quando lo Stato volta le spalle a chi collabora”
Attualità

Luigi e Nemo Bonaventura (collaboratori di giustizia): “Mafia e protezione, quando lo Stato volta le spalle a chi collabora”

Nel corso dell'intervento, Nemo Bonaventura ha sottolineato la necessità di una maggiore tutela dei diritti delle persone inserite nel programma di protezione

Durante “La Storia Oscura”, programma in onda su Radio Cusano Campus, sono intervenuti Luigi Bonaventura, noto collaboratore di giustizia, e il figlio Nemo Bonaventura, per un confronto sul tema “Mafia, religione e ruolo dei collaboratori di giustizia”.

Nel corso dell’intervento, Nemo Bonaventura ha sottolineato la necessità di una maggiore tutela dei diritti delle persone inserite nel programma di protezione, affermando: “Ci sono persone nel programma di protezione che vanno tutelate. Non è giusto che vengano negati diritti fondamentali in nome della sicurezza. Il progetto ‘Striscia l’Antimafia’ nasce come movimento culturale e mediatico che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, informare e stimolare un cambiamento di mentalità nei confronti dell’antimafia”.

Luigi Bonaventura, collegato in diretta, ha parlato del suo rapporto con le istituzioni e ha riflettuto sull’eventualità di un nuovo incontro con il Pontefice“Non so se incontrerò anche questo Papa, come accadde in passato con un Pontefice che si distinse per coerenza nella lotta a mafia e ‘ndrangheta, tanto da presentare un mio libro e poi ricevermi personalmente. Credo che nessun Papa abbia mai ricevuto un collaboratore di giustizia. Chiedo semplicemente il rispetto della legge: lo Stato deve garantire un reale reinserimento sociale e lavorativo. Proteggere un collaboratore di giustizia significa proteggere la società e, soprattutto, i suoi figli”.

Nel prosieguo dell’intervento, Nemo Bonaventura ha approfondito le difficoltà quotidiane vissute dai familiari dei collaboratori di giustizia: “Molti ignorano come funzioni davvero il programma di protezione. Sulla carta, esso dovrebbe garantire sicurezza a chi denuncia la mafia, ma nella realtà, le restrizioni imposte sono spesso inaccettabili e contrarie alla Costituzione. Parliamo di documenti d’identità parziali e inutilizzabili, che impediscono anche azioni basilari come l’iscrizione scolastica. Le famiglie vivono in condizioni drammatiche a causa di una burocrazia che, di fatto, cancella i diritti. Questo incide pesantemente sul futuro dei figli, impedendone studio, sviluppo sociale e accesso al lavoro”.

Infine, Nemo ha denunciato anche le problematiche legate ai trasferimenti“I trasferimenti avvengono senza motivazioni ufficiali, a volte solo con un foglio che impone di lasciare la casa. Ci siamo ritrovati a cambiare luogo per errori amministrativi o sospette falle mai dimostrate. Immaginate un bambino di sei anni costretto a cambiare ogni anno città: non potrà mai sviluppare una conoscenza reale della società. I collaboratori di giustizia sono essenziali anche per far emergere la corruzione politica, ancora profondamente radicata nel nostro Paese, come dimostrano numerosi riscontri giudiziari”.