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LUXLEAKS:L'ASSE M5S-LEGA A BRUXELLES CONTRO JUNCKER

Il Movimento 5 Stelle e l’Ukip hanno trovato in Matteo Salvini e Marine Le Pen due alleati nella battaglia contro Juncker. E’ stata infatti presentata a Bruxelles, una mozione di sfiducia dopo il recente scandalo LuxLeaks.

“A seguito dello scandalo LuxLeaks, il Movimento 5 Stelle ha presentato al presidente del Parlamento europeo una mozione di censura nei confronti della Commissione Juncker. Lo rende noto il gruppo M5S. La mozione è stata firmata da 76 deputati, un decimo degli aventi diritto, secondo quanto previsto dal regolamento. A firmare la mozione anche Matteo Salvini e gli altri quattro eurodeputati della Lega Nord, che ne hanno chiesto le dimissioni. La mozione, secondo l’Ukip di Farage, implica “che ci deve ora essere un dibattito sul comportamento del presidente Juncker e un voto per rimuovere l’intera Commissione”.

LuxLeaks, (da Lux = Luxembourg e Leaks, ormai suffisso standard per questo genere di cose, che deriva da Wikileaks), coinvolge più di 340 aziende e banche multinazionali che concordavano, in segreto, una serie di agevolazioni fiscali concesse dal 2002 al 2010, con aliquote bassissime. In questo modo le aziende, che spostavano la loro sede in Lussemburgo, potevano permettersi di risparmiare svariati milioni e portare ingenti somme di capitale all’interno del piccolo Granducato. Juncker, che in quel periodo era primo ministro in Lussemburgo è stato indicato come principale responsabile e perciò invitato a dimettersi da presidente della Commissione. Tuttavia Juncker si dice sereno, “in quanto gli accordi erano regolari e in linea con le direttive comunitarie”.

Sarà, ma ponendo un’accurata riflessione in merito alla sua nomina a capo della Commissione Europea ed essendo in molti a conoscenza del suo “non trasparente” passato, non sarà stata una mossa troppo azzardata quella di nominarlo al vertice? Che in realtà convenisse a qualcuno?

Analizzando la figura del neo eletto presidente, scopriamo che la sua posizione era facilmente e strategicamente manovrabile ancor prima della sua nomina. Numerosi paesi dell’Euro-zona infatti, avevano tutto l’interesse nel mantenere un sistema in cui vi fosse una moneta unica, in un periodo (quello delle elezioni europee), in cui molti partiti e parte dei loro vasti consensi elettorali, si indirizzavano alla promozione di un sistema  sempre più “euro-scettico”.  E allora chi, se non Juncker appariva come il candidato ideale per il mantenimento in Europa della moneta unica? Era stato primo ministro della Nazione Europea che presenta il più alto numero di istituti bancari ( il Lussemburgo conta ben 141 banche,5 locali, e rappresentano 22 volte il suo PIL ed è il secondo centro di fondi d’investimento al mondo, con 3800 holding che valgono 2.500 miliardi, 55 volte il suo PIL), e inoltre il suo passato era utile nel momento in cui avesse detto qualcosa che urtasse la sensibilità di Parigi, Berlino e Londra.

Ecco che alla luce delle prime critiche avanzate da Juncker  all’indomani delle stime annuali sull’andamento economico dei paesi dell’ Euro-zona (tra cui Italia e Germania), il 5 novembre vennero pubblicati i famosi LuxLeaks, ovvero dati già conosciuti al grande pubblico, in seguito ampiamente manipolati dalla stampa anglo-franco-tedesca.

Alla luce di tutto ciò, vedere i nomi dei 17 eurodeputati pentastellati nello stesso elenco di Marine Le Pen e Mario Borghezio fa un certo effetto. Ma cosa ci guadagnerebbero i movimenti di Grillo e Salvini in tutto questo? Ammessa e concessa la buona fede dei 5 stelle nel voler condannare quanto fatto dal Lussemburgo, sembra altrettanto evidente la strumentalizzazione politica fatta dagli altri firmatari di questa mozione. Essenzialmente pare evidente constatare che la Lega Nord, il Front National e l’Ukip avrebbero firmato qualsiasi cosa pur di chiedere le dimissioni di Juncker, non tanto per una questione di giustizia,  quanto per schierarsi contro l’Unione Europea e i suoi massimi organi di rappresentanza, in nome di una prepotente “sovranità fiscale” e accusandone il presidente della commissione, il quale avrebbe agito nell’esclusivo interesse della sua appartenenza nazionale, facendo arricchire il proprio Paese alle spalle degli altri partner europei, in spregio all’Unione e allo spirito comunitario che lui spera di rappresentare”.

Insomma, criticare Juncker è giusto, chiederne le dimissioni comprensibile, ma resta il dubbio per quanto riguarda i reali benefici per il M5S di questa mozione comune.
Giuseppe Papalia.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica. Oggi è libero professionista e docente abilitato in "teorie e tecniche della comunicazione".

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