È da anni che si discute sulla possibilità o meno di realizzare un impianto di trattamento dei rifiuti in cittadine quali Trento o Rovereto. Negli anni scorsi si era a lungo parlato di costruire uno stabilimento nella periferia del capoluogo e la cittadinanza si divise sull’utilità o meno di creare un impianto di pagamento dei rifiuti. Nel 2012 venne fermato qualsiasi progetto quando Pacher, Assessore all’Ambiente della Provincia Autonoma, bloccò il progetto per un inceneritore distante solo 5 km da Piazza Duomo a Trento. La questione rifiuti, tra il 2008 e il 2009, interessò l’impianto Sadoz di Rovereto, questi chiedevano semplicemente di poter incenerire i propri prodotti di scarto. L’argomento è infine ritornato in auge in questi ultimi giorni con la possibilità di costruire un impianto di gassificazione a Mori di Rovereto. Una ampia fazione politica di matrice ambientalista si è mossa contro apertura di un simile impianto, tra questi ricordiamo il MoVimento Cinque Stelle e Claudio Civettini a nome della Civica Trentina.
“Il nostro territorio non merita questo. L’aria che respiriamo non ha prezzo.” Avevano affermato i pentastellati che nei giorni scorsi hanno anche organizzato banchetti per informare la comunità del piccolo paese della Vallagarina. Claudio Civettini invece ha accusato le amministrazioni di Rovereto e Mori che “tacitamente hanno abortito la possibilità di trasformare quel territorio nel portale turistico d’Italia, unica vera industria del futuro.”
Dall’altra parte vi è invece l’opinione della compagnia che ha il progetto di realizzazione l’impianto ; questa ha assicurato in merito alla validità del progetto e ha spiegato che ha come scopo quello di creare carburante. Si ricorda comunque che è intervenuto anche il Sindaco di Mori, Roberto Caliari, il quale ha promesso un referendum.
La costruzione di un impianto di trattamento dei rifiuti resterà di sicuro al centro delle polemiche della politica locale che strumentalizzerà demagogicamente la questione senza cercare di risolvere il problema in merito al trattamento del rifiuto. È infatti impossibile pensare di riuscire a fare una differenziata pari al 100% ma al contempo un inceneritore, che appare l’unica soluzione possibile, è una preoccupante ombra che ricade sulle popolazioni che ci vivono intorno. Manca del resto anche una commissione decidente che possa valutare i benefici e i contro di una simile opera e che, dopo aver appurato l’indubbia utilità dell’opera, proceda alla realizzazione dell’impianto. Il rischio è infatti proprio che a causa di strategie politiche non si ponga attenzione al vero problema della comunità: dove mettere i nostri rifiuti.
Michele Soliani
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