Fabio Massimo Castaldo, classe 1985, è politico italiano ed europarlamentare. Laureato con lode in Giurisprudenza italiana e francese presso l’Università di Roma Tor Vergata e l’Université de Paris Est – Créteil, oggi milita come attivista nel Movimento 5 Stelle nel gruppo del IX Municipio di Roma Capitale, di cui nel 2013 è per alcuni mesi anche coordinatore. Nel 2014 risultando eletto al Parlamento europeo.
L’abbiamo incontrato in occasione della manifestazione “Italia 5 Stelle” presso l’autodromo di Imola dove ci ha concesso una breve intervista per la quale lo si ringrazia.
Cosa pensa di questo Movimento 5 Stelle e come pensa possa anteporsi a quelle che sono state le precedenti amministrazioni, facendo riferimento nello specifico alla recente amministrazione comunale di Roma? Si parla già di prossime candidature. Qual è la sua opinione in merito?
“Noi partiamo forti, nel fatto che in questi anni abbiamo avuto quattro consiglieri comunali nel comune di Roma, diverse decine di consiglieri provinciali per un totale di oltre quaranta persone e tutte hanno dimostrato una correttezza, una moralità, un livello di etica e di partecipazione alla missione della cosa pubblica, che ne ha fatto degli esempi all’interno del comune di Roma. E da questo ripartiamo con la consapevolezza che la nostra base, i nostri attivisti hanno continuato a lavorare, abbiamo dei progetti molto chiari per la mobilità, per il consumo di suolo, per le scuole, per trasformare completamente il volto della città di Roma e per quello vogliamo candidarci, rimanendo saldi e fermi nella conferma dei nostri principi. Non caleremo un deputato, un parlamentare europeo, un consigliere regionale come candidato sindaco, ma faremo sempre in modo che venga dal basso, rimanendo fedele al metodo 5 Stelle. Il tutto, incentrando la campagna più sul programma che sul volto e sulla persona, perché questo è nel nostro DNA, e da questo si riparte con l’obiettivo assolutamente dichiarato e manifesto di andare a governare la città di Roma, perché il PD, il PDL e Forza Italia comunque siano i loro nomi, hanno dimostrato, con l’amministrazione Alemanno prima e Marino poi, di non essere in grado di governarla, ne dal punto di vista politico, ne dal punto di vista etico e morale. Quello che è accaduto con lo scandalo di mafia capitale è inaccettabile e ha dimostrato che un sistema politico-mafioso-clientelare si è di fatto impadronito completamente di quello che era un tempo la città, la capitale del nostro paese, ridotta oggi all’ombra di se stessa. Il Movimento 5 Stelle vuole fare in modo che finalmente il destino di Roma ritorni sul giusto binario.”
Scenario interessante. Sicuramente quest’occasione potrà essere un “ trampolino di lancio” per un Movimento che si sta facendo conoscere soprattutto a livello nazionale. Ma a livello Europeo? Vorrete imporvi e quindi combattere quell’Europa che – più volte – avete definito “l’Europa che non vogliamo”: e in questo mi riferisco all’accordo sul TTIP e gli ogm per citarne alcuni. Come intendete porvi in questo contesto?
“In questo contesto noi partiamo dal presupposto che siamo entrati in Europa non per distruggerla, come diceva qualcuno, ma per cambiarla e riportarla ad essere quella comunità di valori e di principi che sognavano grandi pensatori come Altiero Spinelli, i quali appunto la volevano come strumento di pace e armonia dei popoli. Oggi come oggi l’Europa è diventata l’esatto contrario. Abbiamo un euro e una moneta unica che nella sua rigidità impedisce alle varie economie dell’Eurozona di respirare, dall’altro lato però non si è voluto avere un sistema coerente organico e la moneta unica può funzionare solamente se c’è una tassazione tendenzialmente unica, dei trasferimenti interni di ricchezza dalle aree più ricche a quelle più povere, se c’è la volontà quindi di sostenere i paesi in difficoltà. Tutto questo non c’è e abbiamo invece una moneta che arricchisce da questo punto di vista la Germania che ne ha una molto più svalutata rispetto alla potenza di un virtuale neo-marco e impedisce a noi di poter sanare il nostro deficit della bilancia commerciale.”
A proposito di ricchezza e paesi in difficoltà. Ad oggi si parla tanto di “reddito di cittadinanza”, come strumento presente in tutta Europa meno che in Italia. Com’è possibile?
“Vero. Lo abbiamo dimostrato e abbiamo fatto una ricognizione. Anche qui abbiamo esposto dei cartelli che lo dimostrano inequivocabilmente ma tuttora gli unici paesi a non averlo sono l’Italia e la Grecia, non a caso i due paesi più colpiti dalla crisi economica nel corso di questi ultimi anni. Renzi ha avuto il coraggio di dire che è una misura anticostituzionale, forse dovrebbe seguire un po’ di più i lavori del Parlamento Europeo. Scoprirebbe che è passato qualche mese fa un nostro report in cui invece, a larghissima maggioranza, il Parlamento Europeo ha sancito che il reddito di cittadinanza deve essere lo strumento necessariamente presente in ogni paese. E noi ne vogliamo fare una grandissima leva non per fare assistenzialismo, ma per fare riqualificazione professionale. Prendere quelle persone che attualmente sono fuori dal mercato del lavoro, ma che grazie a dei corsi, ad una formazione continua possano, senza pregiudicare l’esistenza della sopravvivenza delle loro famiglie, essere puntualmente reinseriti e quindi essere più competitivi. ”
A proposito di premier Renzi, che ne pensa del “semestre italiano” e della sua guida al Parlamento Europeo? Ha fatto bene? L’Italia poteva fare molto più di quanto ha fatto? Cosa pensa del suo operato?
“Un fiasco totale. Lo diciamo noi e lo dice la realtà dei fatti. L’Italia si era proposta come fattore di cambiamento, ma costatando i risultati raggiunti loro non sono riusciti nemmeno a tutelare il “made in Italy” e hanno perso anche quella battaglia. Inoltre talmente è stata piena di tanti annunci di tanta retorica e di pochi risultati, che ci siamo ritrovati addirittura a fine semestre con tre quarti di parlamento vuoto e Renzi a relazione di fronte a un’aula semivuota e non c’era nemmeno la metà dei suoi. Questo la dice lunga su quanto questo semestre abbia disatteso le promesse e le “sparate” propagandistiche di Renzi, soprattutto su quanto ci sia bisogno di un rinnovato ruolo dell’Italia. L’altro giorno la Merkel e Hollande sono venuti a dettare l’agenda dei prossimi anni. Noi diciamo al premier Renzi: dov’eri? Perché non sei stato convocato? Dov’è l’Italia, il terzo grande paese fondatore in questo contesto? Siamo marginalizzati e il Movimento 5 Stelle ambisce invece entro pochi anni a riportare l’Italia al posto che merita. Paese guida e paese esempio all’interno dell’eurozona e non fanalino di coda.”
Una recente dichiarazione del premier Matteo Renzi è stata proprio in riferimento al fatto che oggi l’Italia non è seconda a nessuno e che lui non prende ordini da nessuno, nemmeno da Bruxelles.
“Eppure invece non mi sembra questo. Finora ne abbiamo presi parecchi di ordini da Bruxelles, soprattutto non siamo capaci, grazie al merito e al ruolo del Governo, di essere un fattore di cambiamento e aggregazione. Non è riuscito neanche a fare un polo dei paesi mediterranei. La Spagna non lo segue, il Portogallo idem e non c’è una comunità e un intento comune. L’Italia dovrebbe essere capofila dei paesi mediterranei per un riequilibro fra Sud Europa e Nord Europa. Tutto questo non avviene e di sicuro non riesce a ottenere alcun risultato se non quello di seguire come un discepolo “indisciplinato” gli insegnamenti della Merkel. Non è questo il ruolo che avrebbe dovuto avere l’Italia.”
di Giuseppe Papalia.
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