Ieri mattina il mondo si è risvegliato col nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Lo stesso non si può dire per il mondo dei social, che invece ha continuato nella macchinosa serie di tweet e stati anche da parte di intellettuali e personaggi di spicco in merito al progredire delle elezioni.
Dopo la rovinosa caduta di Hillary Clinton – favorita dalla maggior parte delle star di Hollywood, così come dal mondo della cultura, dello sport e della musica in generale – chi aveva puntato sulla candidata democratica, e sulla débâcle del repubblicano Trump, si è sfogato nelle reazioni – divenute virali tra i fan di tutto il mondo – sui social network.
Era noto il fatto che Hollywood fosse quasi totalmente schierato contro il neo eletto presidente americano: Robert De Niro, ad esempio, famoso attore e produttore americano, l’aveva definito “stupido, un cane, un maiale che non paga le tasse”, tanto da farlo arrabbiare “il fatto che questo Paese sia arrivato al punto di consentire a questo idiota di arrivare sin qui”, e ancora, “lo prenderei a pugni in faccia”. Sarebbe curioso chiedersi ora che fine abbia fatto: prenderà ancora a pugni Trump?
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Altre dichiarazioni erano poi giunte da Lady Gaga, famosa e “potente” (ma non più di Trump, purtroppo per lei) popstar italo-americana, la quale aveva dichiaratamente espresso l’intenzione di votare Hillary Clinton, affermando all’indomani della sua sconfitta: “l’amore batte l’odio”. Il tutto arrampicata su un camion dinnanzi alla Trump Tower di New York e in lacrime.
E cosa faranno, ora che Trump ha vinto – contro ogni sondaggio – le attrici Miley Cyrus e Lena Dunham, insieme a tanti altri che avevano dichiarato di voler lasciare gli States in caso di vittoria del repubblicano? Dopotutto c’è chi, come la cantante Cher, aveva fatto di peggio, annunciando di voler abbandonare addirittura il pianeta. Ci chiediamo se la Nasa, ora che Trump è presidente, offrirà lei una navicella spaziale (ovviamente senza alcuna spesa da parte dei contribuenti americani). Per il momento “Il mondo non sarà più lo stesso. Sono triste per i giovani”, twetta Cher, continuando: “Un gabinetto non sarà mai più un gabinetto. Questo è il simbolo che ho usato per lui. Non si può pulire la…”
Anche Katy Perry, agguerrita fan e sostenitrice di Hillary Clinton, ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti sui social, affidando a Twitter un “Nessuno potrà farci tacere” e ancora, “Non lasceremo che ci guidi l’odio”. Chissà se questa volta, forse, non era il caso di tacere, stando a quanto sembrano chiedersi sotto ai suoi post alcuni fan.
Fan che, nel caso di Madonna, hanno pure recriminato quanto “promesso” dalla rock star: quest’ultima, che aveva annunciato durante un concerto favori sessuali in cambio di voti per Hillary Clinton, ha dovuto ritrattare, commentando poi: “Non ci arrenderemo mai, non cederemo mai America”. Chissà se così facendo, – come commentato da alcuni sotto al post – non si è invece abbassata a coloro i quali criticavano il sessista Trump: ipocriti in grado di divenire fautori di affermazioni altrettanto criticabili (parità di sesso inclusa ovviamente).
E mentre quest’ultimi criticavano, Trump si dimostrava indifferente, affermando: “Non ho bisogno di star, ho bisogno solo di voi”, rivolgendosi ai suoi elettori nell’appello finale a Scranton: alla faccia del potere e delle capacità delle star nel canalizzare e spostare le opinioni dei fan in una campagna elettorale. Forse Trump ha battuto anche le star. Alla faccia dei sondaggi, e perfino di Capitan America, l’attore Chris Evans, il quale su Twitter ha scritto: “È una notte imbarazzante per l’America. Abbiamo permesso a un razzista di guidare la nostra grande nazione. Abbiamo lasciato un bullo al comando. Sono devastato”. Forse nemmeno il supereroe della Marvel sarebbe riuscito a sconfiggere il nemico questa volta. Sempre che il nemico sia davvero Trump.
La vera vincitrice? Resta Susan Sarandon, la quale ha da sempre dichiarato di non votare la Clinton, in riferimento al fatto di “non votare con la vagina” e preferendo Sanders e poi – anche se di sinistra – Trump. La storia di corruzione che aleggiava dietro la Clinton e le sue implicazioni in fatto di danni ambientali l’hanno tenuta ben salda e con i piedi per terra. Alla faccia della paura di Donald Trump.
di Giuseppe Papalia