La notte scorsa – passaggio tra 1/2 Aprile – siamo rimasti con il fiato sospeso per guardare la – tutto sommato -“fine lieta” di un sogno realizzato e concluso bene e caduto: il sogno del lancio e del rientro dallo spazio della prima Stazione prototipo cinese (la ormai famosa Tiangong1). I media hanno reagito in molti modi diversi alla pragmaticità di China, ESA e NASA.
Da tempo grazie ai diversi studi di traiettoria stellare e orbitale gli astrofisici avevano ridotto a 4, poi 2, poi 1 in realtà le possibili ORBITE di transito della Stazione (fuori dall’atmosfera ai limiti di essa) e poi dentro, dopo il contatto, l’area di interesse per la caduta dei suoi detriti (potenzialmente incandescenti e velenosi).
Quello che era noto, ovvero lo sgancio delle parti incandescenti ovvero i pannelli solari, etc .. era storia da libro di scuola di astronomia (sapienza da Bignami quella che serve a noi per laurearci su facebook). Non era invece dato sapere il potenziale inquinante e possibilmente pericoloso dei componenti eventuali incandescenti che sarebbero potuti “cadere” non consunti al suolo. Ad esempio in India e in Chile l’allarme era molto alto, in Italia effettivamente NO.
I network internazionali dall’Arabia all’India, dal Sud America all’Inghilterra, facendo perno su ESA e sui diversi Radar che osservano UFO ed altri elementi celesti artificiali hanno per un momento lasciato la suspence (causa la perdita temporanea di contatti ufficiali) sulla fine del sogno cinese (come non ricordare MIR e gli altri).
via twitter dal punto di privilegio dello Harvard-Smithsonian Center e grazie agli aggiornamenti del Tracker aerospaziale della Stazione, n2yo ISS on line era possibile guardare anche sul computer tutti gli spostamenti dello Heavenly Palace 1 cinese.
Il fascino e il mistero del progresso: quasi in contemporanea al lancio della Stazione NASA (DIRETTA QUI) “Commercial cargo provider SpaceX” rientrava Tiangong1.