“Sono momenti difficili, complessi ma riusciremo ad andare avanti perché crediamo nel nostro Paese”, ha dichiarato nel discorso che ha tenuto alla nazione Re Filippo di Spagna prima di affondare il colpo nei confronti degli indipendentisti, che con il referendum “hanno spezzato l’unità del Paese. Da loro, solo una slealtà inaccettabile verso lo Stato”.
“Le autorità della Catalogna hanno violato la Costituzione e lo statuto dell’autonomia”, ha aggiunto, ricordando che “viviamo in uno Stato democratico, che offre percorsi costituzionali perché chiunque possa difendere le sue idee nel rispetto della legge. Senza questo rispetto, non si può convivere democraticamente in pace e libertà, né in Catalogna, né in Spagna, né in alcun luogo”.
Intanto si profila la soluzione di applicare l’articolo 155 della Costituzione spagnola che afferma: “Se una comunità autonoma non adempie agli obblighi che la Costituzione o altre leggi impongono, o agisce in modo grave per l’interesse generale della Spagna, il governo, su richiesta del presidente della Comunità autonoma e, in caso sia disattesa, con l’approvazione a maggioranza assoluta del Senato, può prendere le misure necessarie per obbligare quella comunità a rispettare quegli obblighi o a proteggere l’interesse generale.
Per l’esecuzione delle misure previste nel precedente capoverso, il governo può dare istruzioni a tutte le autorità delle comunità autonome”.
La parola ora spetta al Governo che comunque può contare sul totale sostegno di una monarchia che mai si è trovata ad affrontare una situazione così delicata. L’ultimo precedente indipendentista, senza citare il caso scozzese, in un contesto monarchico europeo risale a quasi 100 anni fa con l’Impero Austrungarico. Allora non si era riusciti a fermare le spinte autonomiste, anche causa della Grande Guerra, ma quella è un’altra storia.
Michele Soliani