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Politica locale

Lia Giovanazzi Beltrami: "Se arrivano le grandi mafie, non è con i barconi"

Il clima politico è cambiato in tutta Italia, compresa la città di Trento. Anche Lia Giovanazzi Beltrami si è accorta di questo cambiamento, lamentandosene ampiamente sui suoi profili social. Non poteva essere diversamente, d’altronde, data la carica ricoperta fino a cinque anni fa di Assessore provinciale alla “solidarietà internazionale e convivenza” nell’ambito della presidenza di Lorenzo Dellai.
Sul profilo Facebook della regista e scrittrice, infatti è comparso oggi questo post: “Trento dove sei finita? Aspetto il mio turno per prendere il classico pollo e patatine del giovedì. Si avvicina un africano e chiede l’elemosina, gli rispondo negativamente con sorriso, e lui fa un sorriso. Una trentina verace dai capelli argento, minacciosa grida: “Tornatene a casa tua! Andatevene via!” E il pollivendolo: “Chiami i vigili, li denunci, chiami il sindaco!” (il poveretto stava solo sotto il tendone del pollo per ripararsi dall’acqua, senza dare alcuna noia). E la signora: “Quello lo ammazzo!”. Trento mia, purtroppo scene così accadono sempre più spesso. Dove sei finita con la tua bella anima? Chi imbratta i tuoi muri non sono gli africani, ma i tuoi figli annoiati dalla vita. Se ad ogni angolo vendono droga, è perché i tuoi figli ne comperano fiumi… Niente acquisti, niente venditori… Se i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, non è per 4 africani, ma per un sistema finanziario perverso. Se arrivano le grandi mafie, non è con i barconi, ma in business class… Trento, dai, sii lucida, non sfuggire alla tua anima”.
Il ragionamento di Giovanazzi Beltrami è molto dettagliato e varia dall’antirazzismo fino alla gestione del flusso migratorio da anni in cima alle priorità dei governi e dei politici tutti. Quello che invece è chiaro è che la regista solidale – oltre al precedente assessorato sono diverse infatti le associazioni e le iniziative intraprese dall’artista – intende occuparsi dei problemi della città osservandoli però da un’ottica differente.
Non bisognerebbe, sostanzialmente, occuparsi dei problemi segnalati dalla Lega e dai deputati trentini eletti sotto il simbolo del Carroccio. Il problema non viene da fuori Trento ma è piuttosto interno. Sono i giovani trentini che sporcano e ravvivano il mercato della droga, secondo la Giovanazzi Beltrami. Senza considerare che bisogna rivedere il sistema finanziario così da limitare le disuguaglianze e non permettere più alle mafie di arrivare, nemmeno in business class.
In sostanza, Trento per ritrovare sé stessa e la sua anima non deve far altro che liberarsi dei trentini: sia di quelli che vedono nello straniero un nemico, sia di quei ragazzi annoiati dalla vita che deturpano questa bellissima città. Si potrebbe aggiungere una terza categoria: quei trentini che non solo non danno l’elemosina a un povero africano che sta solo in coda a proteggersi dalla pioggia, ma non gli offre nemmeno un pezzo del proprio pollo e patatine fritte che magari avrebbe sfamato di più il povero migrante.