Il progetto politico di Si può fare! – nato la scorsa primavera in occasione delle amministrative – si ritrova ad un punto di stallo che, per la Consigliera Silvia Zanetti, anima e leader della neo-eletta forza politica trentina che alle ultime elezioni è arrivata quarta, poco sotto Carli (raccogliendo migliaia di voti e preferenze dei cittadini trentini) merita ora una seria riflessione.
Già, perché a quanto pare, stando ad un comunicato giunto dalla stessa Zanetti, “le persone che mi hanno accompagnata in questo importante percorso non si riconoscono nell’operato dell’attuale segreteria dell’associazione“. Un bel problema, a cui la consigliera ha però subito posto rimedio attraverso una dura e decisa presa di posizione comunicata a mezzo stampa.
“È di fatto mancato completamente il coinvolgimento degli interpreti – ha denunciato dall’interno del movimento – che hanno animato il progetto. Non ultime le componenti dei civici, di Popoli Liberi e, soprattutto, delle anime popolari”.
In questa situazione, “vengono quindi a mancare lo spirito e i presupposti fondanti del progetto che ha avuto la capacità di unire le componenti dei civici, dei popolari e degli autonomisti“, ha sottolineato, annunciando come, “raccogliendo le emozioni e le idee di chi ha reso possibile il nostro successo alle passate elezioni comunali di Trento e, per correttezza e rispetto per la fiducia ed il supporto che ho ricevuto, ritengo doveroso proseguire il percorso originariamente intrapreso con coerenza e determinazione”.
Nell’ottica di un rinnovamento interno in vista delle Provinciali?
“Il futuro – ha dichiarato la Consigliera Zanetti – ci vede protagonisti e anche grazie al sostegno ricevuto negli ultimi mesi al di fuori della città di Trento e in tutto il nostro territorio, siamo decisi ed entusiasti nell’avviare una nuova fase che rispetti le caratteristiche fondanti della nostra azione politica basata sui valori ed i principi della moderazione, della democraticità e, soprattutto, che deve avere un’appartenenza esclusivamente territoriale e non nazionale che rispecchi la nostra identità autonomista”, ha concluso.
Dopotutto come darle torto? Fino ad ora le sue lotte politiche a Palazzo Thun hanno prodotto già diversi risultati utili per la città trentina. Chissà che, anche questa volta, non riesca nel suo intento rinnovatore.
Redazione