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Strage di Via D’Amelio. La tragica morte di Paolo Borsellino

Il 19 luglio è una data fondamentale per l’Italia, in questo giorno del 1992 infatti, perdevano la vita in via D'Amelio a Palermo, il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il 19 luglio è una data molto dolorosa per l’Italia, in questo giorno del 1992 infatti, perdevano la vita in via D’Amelio a Palermo, il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

In quella tragica domenica di metà luglio gli attentatori di “Cosa Nostra” intorno alle 16.58, fecero esplodere, a distanza, una Fiat 126 rubata e riempita di esplosivo di fronte al numero 21 di via Mariano D’Amelio a Palermo. Proprio sotto al palazzo dove abitavano Maria Pia Lepanto e Rita Borsellino, madre e sorella del magistrato.

A quell’attentato sopravvisse solamente l’agente Antonino Vullo, che al momento dell’esplosione non si trovava insieme al magistrato ma stava parcheggiando una delle automobili della scorta.

Tale evento, divenuto tristemente famoso con il nome di “Strage di Via D’Amelio” ebbe fin da subito un fortissimo eco mediatico, la morte del magistrato Paolo Borsellino unita a quelle di Giovanni Falcone e Carlo Alberto Dalla Chiesa, divennero il simbolo di un’Italia che non si piegava ai ricatti della mafia, ma che combatteva strenuamente per rendere la nazione un posto migliore in cui vivere.

Ancora oggi a quasi trent’anni dai fatti, il ricordo delle vittime e del loro coraggio continua a dare forza alle persone nella lotta alle mafie e alla criminalità organizzata. Sono stati tanti in molti infatti i messaggi giunti in ricordo della memoria di Paolo Borsellino nell’anniversario della sua tragica morte.

Tra tutti, spiccano l’intervento della Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che, attraverso il suo profilo Facebook, ha affermato: “Il 19 luglio del 1992, la criminalità organizzata sferrava un altro duro colpo al cuore dello Stato: pochi mesi dopo la morte del giudice Falcone, la mafia – con la sua furia criminale – uccise anche il giudice Paolo Borsellino. A distanza di anni, noi continuiamo a ricordare il sacrificio di chi ha donato la propria vita per difendere la Legalità e la Giustizia. La sua memoria, il suo esempio e il suo insegnamento resteranno impressi nelle nostre menti e nelle nostre coscienze. Paolo Vive, nel ricordo di tutte le persone perbene”.

Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha voluto ricordare la figura del giudice palermitano, asserendo: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.#PaoloBorsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La memoria del vostro sacrificio vive nel nostro cuore, più forte di tutte le mafie”.

 Anche il Presidente della Camera, Roberto Fico, nell’anniversario della strage di via D’Amelio ha voluto tributare la figura di Paolo Borsellino specificando: “Quando commemoriamo uomini come Paolo Borsellino, il dovere della memoria non deve essere fine a sé stesso, ma deve sempre richiamare il valore di una salda responsabilità civile, ispirata ai principi della Carta costituzionale, che faccia di noi una comunità sempre più unita nella solidarietà, nella giustizia e nel progetto, irrinunciabile, di un Paese finalmente libero dalle mafie”.