Ora che la guerra in Ucraina è cominciata tutti i governi occidentali, compreso quello italiano, condanneranno “l’aggressività di Putin“. Ma chi condannerà il velleitarismo e la superficialità con cui il presidente americano Biden ha gestito questa crisi?
Era necessario irrigidirsi per mantenere la prospettiva di un ingresso dell’Ucraina nella NATO? E ora cosa potrà fare l’Alleanza atlantica per “difendere il popolo ucraino”? Scatenare una guerra nucleare? In questo momento il nostro pensiero va ai contingenti militari italiani schierati nell’Europa orientale e agli altri soldati che Draghi ha promesso di mandare in quell’area, senza per altro chiedere l’autorizzazione del Parlamento.
Il ruolo dell’Italia deve essere diverso: in una situazione così controversa deve adoperarsi per frenare il conflitto, convincendo gli alleati che l’Ucraina non può diventare un avamposto NATO nel cuore della Russia. Come hanno reagito gli USA quando l’Unione Sovietica voleva schierare i suoi missili a Cuba? Come reagirebbero oggi se avessero di nuovo una minaccia di questo genere?
Biden è a picco nei sondaggi elettorali nel suo Paese e cerca un riscatto dopo la brutta figura fatta in Afghanistan, ma questo non può essere un nostro problema. Certamente se oggi il Presidente fosse Trump non ci troveremmo in una situazione di questo genere. E lo stesso avverrebbe se l’Unione Europea fosse un realtà seria e diversa da quella che è oggi. Ma il Governo italiano ha la responsabilità di non infognare il nostro popolo in un conflitto tanto drammatico quanto controverso.
Gianni Alemanno