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Zlatan Ibrahimovic: la fine di un’era

Lo storico greco Plutarco fu autore di una delle più affascinanti opere letterarie dell’antichità: le “Vite Parallele”. Nel corso di più volumi furono comparati grandi personaggi dell’antichità greca e romana.

Uno dei più famosi parallelismi fu sicuramente quella fra Cesare e Alessandro Magno. Proprio per celebrare il grande romano si riportò l’episodio della battaglia di Zela, nella regione del Ponto, contro il sovrano Farnace II.

Cesare uscì vittorioso dallo scontro e alla fine del conflitto esclamò una frase emblematica: “Veni, vidi, vici”. Tre parole, una leggenda.

Un’affermazione di tale portata non poteva riprenderla altra persona se non un immenso calciatore, Zlatan Ibrahimović. Alla fine del contratto coi Galaxy lo svedese espresse così le proprie considerazioni sulla campagna in America.

Da allora il “Re Leone” è tornato in Italia al Milan, con il quale si è reso protagonista della storica vittoria del diciottesimo scudetto. Incredibile come sempre, Ibra sembra non aver mai perso il feeling con la serie A, nonostante la carta d’identità confermi i suoi 41 anni d’età.

È infatti l’unico giocatore ad aver segnato oltre 50 goal sia con la maglia del Milan che con quella dell’Inter da quanto il campionato italiano si disputa a girone unico, è il più anziano marcatore nel Derby della Madonnina, ma soprattutto è il più anziano giocatore ad aver segnato almeno 15 goal nella massima categoria in un solo campionato.

Con tutti questi traguardi raggiunti possiamo tranquillamente affermare che Zlatan è sempre il solito conquistatore. Ovunque vada lascia il segno, nessuno può restarvi indifferente, proprio come accadeva con Cesare.

Nella serata di ieri, in un San Siro gremito, Zlatan ha lasciato spazio a poche parole. “Dico ciao al calcio, non a voi”. Breve, deciso ed emozionato, così è apparso Ibra durante la sua cerimonia d’addio.

Un addio che sicuramente avrebbe voluto posticipare, ma che si è costretto a dare anche per via dei continui infortuni che l’hanno tormentato nell’arco di tutta la stagione.

Poi, in conferenza stampa, Zlatan Ibrahimović ha lasciato spazio a qualche dichiarazione su cosa l’aspetterà nei prossimi mesi.

Un futuro da dirigente? Ora non ci penso, c’è troppa emozione. Essere allenatore o direttore è una grande responsabilità. Devo prendermi del tempo per riflettere su quello che ho fatto. Il Milan mi ha dato la felicità. Mi sono sentito subito a casa.”

Come detto, per il futuro ci sarà tempo per pensare; oggi, quello che conta è il presente e il passato di un calciatore che ha fatto emozionare milioni di appassionati in tutto il mondo.

Gli aggettivi sarebbero infiniti ma per lui parlano i piedi, gli stessi che ha dipinti nella propria casa per ricordarsi sempre cosa lo abbia portato al successo. Una leggenda del calcio, Zlatan Ibrahimović.

Mattia Nadalini

Riguardo l'autore

mattianadalini

Laureato in "Studi storici e filologico letterari", attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in "Scienze storiche".
Appassionato di cultura e sport, in particolare calcio e formula 1, dal 2020 scrive saltuariamente sulla propria pagina Instagram "Il simposio del calcio".