La verità la dice in modo semplice, schietto, onesto: se un tempo a fare la differenza era il talento, che poteva essere esercitato da chiunque, ogni ordine e grado, adesso, che in molti possono allenarsi, non basta più.
Come da curriculum troviamo 3 mondiali 2015-2016-2017, sette volte maglia verde al Tour de France, vincitore del Giro delle Fiandre nel 2016, vincitore della Parigi-Roubaix nel 2018, vincitore della Gand-Wevelgem nel 2013-2016-2018, campione europeo nel 2016.
“Ho iniziato con la mountain bike e voglio tornare alla mountain bike” il filo conduttore dell’incontro con il campione tenutosi all’Auditorium santa Chiara di Trento è stata la segreteria telefonica, otto messaggi che hanno portato il campione a confrontarsi con diversi colleghi, amici, persone che lo hanno accompagnato nel suo percorso.
“Il mio più grande trofeo” è il figlio, ha detto, che adesso ha circa sei anni. Sagan ha narrato diversi episodi della sua vita sportiva, vinceva anche frenando, specialmente quella volta del “Gatto”, insomma … un incontro davvero oltre gli schemi in cui i giornalisti Ciro Scognamiglio e Pierluigi Pardo non hanno dovuto aggiungere molto, anche perché la sala era piena e lo spettacolo è stato snello.
A chiusura un allegro siparietto, che sarà riproposto anche agli altri campioni del ciclismo presenti al Festival dello Sport. Si tratta di una cronometrata in asincrono, che ciascuno affronterà, impegnato a cambiare una camera d’aria. Tutti lo faranno, Sagan è stato velocissimo, ma la sua camera d’aria non gonfiava. Vedremo gli altri, che cosa sapranno fare. MC