Certamente con questo neologismo, coniato dal sottoscritto per l’occasione, non avrò l’onore della nomina all’Accademia della Crusca; quindi, non riceverò nessun attestato di merito, però rende l’idea. Inculencer, ma se fosse rivolto ad una figura femminile sarebbe inculencera per accontentare i proseliti boldriniani, sono coloro abili nel mistificare i propri vantaggi per il loro tornaconto personale.
Per il raggiungimento dell’obbiettivo, l’inculencer, come un truffatore d’antan sfrutta l’ingenuità della povera gente mostrando la pallina nascondendo la campanella. Ed i beoti abboccano, lasciando soldi contenti di farlo. Oh, l’ha consigliato l’inculencer, eh? Come sottrarsi? Ed il business, a senso unico s’intende, va. Eccome se va! Dal… signori venghino venghino passando al dov’è la pallina? O al dov’è l’asso? Si sono progrediti in rossetti, vestiti, scarpe e camicie; poi è stata la volta dell’acqua minerale da 10 euro al litro, una normalissima acqua ma dalle proprietà miracolose per chi l’ha firmata guadagnando soldi a palate, fino al simbolo natalizio per eccellenza: il panettone!
E qui è cascato l’asino. Anzi, visto il tema, una renna di Babbo Natale. Probabilmente caduta per un sussulto di dignità rifiutandosi di portare in dono una fregatura. A Natale, si sa, siamo tutti più buoni e come lo ripetiamo noi, comuni mortali, l’inculencer sempre attentissimo alle debolezze popolari conosce benissimo il da farsi. Se non bastasse la firma aggiungiamo la tenerezza dei bambini con uno slogan strappacuore: per ogni panettone acquistato verrà donata una percentuale all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino per l’acquisto di macchinari salvavita eccetera, eccetera.
Un messaggio pubblicitario eccellente, oserei dire da boom mediatico. Infatti, ha fatto boom colorato di blu con i lampeggianti della Guardia di Finanza. Finita qui? Macché! Malgrado il marito abbia preso le distanze dalla notissima testimonial, mors tua vita mea dicevano i latini, la paladina di noantri deficenter, ha visto bene di diffondere un video per chiedere sommessamente scusa. Lasciando nell’armadio gli abiti di Chanel e Dior, vestita da Santa Maria Goretti e senza un filo di trucco addosso, s’è presentata ai suoi dependencer mentali con la voce rotta dal pianto ed un viso talmente triste da intenerire perfino il lupo di Cappuccetto Rosso.
Scusa, scusa, scusa, ho donato un milione di euro all’ospedale torinese… Con i soldi si compra tutto, soprattutto i deficenter. Parola di inculencer.
Già, al proposito… La voce sinistra della sinistra amica degli Agnelli da quando Elkann ha comprato la baracca dai figli di De Benedetti, da allora mai una parola contro la potente famiglia, è immediatamente uscita in prima pagina dichiarando chiusa la polemica sul caso Ferragni, sottolineando la generosa donazione della Maria Goretti per un’ora. Ma quanti inculencer esistono nel Belpaese?
Nel Belpaese e non solo. In questi giorni è giunta la notizia della morte di Tony Negri, il professore di filosofia malevolmente definito il cattivo maestro. Tony Negri stava dall’altra parte della barricata rispetto alla mia, nessuno dei due aveva ed ha avuto tutte le ragioni, ma ambedue lottavamo, culturalmente parlando, per la diffusione del verbo contro la globalizzazione. Globalizzazione, ahimé, avvenuta e con essa tutto il marciume esaltato da una società alla deriva. Penso agli “inculencer” internazionali, per esempio, altri abili manovratori del gioco delle 3 carte, ma pure ai troppi messaggi negativi per rendere ancor di più deficenter i dementi.
Oggi, in quale diffusione del verbo potremmo riconoscerci? In una guerra mondiale a pezzetti? Nella nuova auto elettrica, nei vaccini, nell’ultimo smart phone, in quale? Abbiamo sbagliato qualcosa? Forse. Di certo abbiamo visto realizzare la famosa frase di Filippo il Macedone, dividi et impera, con noi comparse per la bisogna.
Ecco in questo quelli come me, o come Toni Negri, abbiamo sbagliato non accorgendoci di essere manipolati tra un dov’è l’asso? Ed una pallina da cercare sotto la campanella.
Influenzati, pure noi, dagli influencer-inculencer.
Marco Vannucci