Secolo Trentino ha già parlato dell’operazione trasparenza condotta da altri giornalisti. Legittimamente, sia chiaro. Ma la crociata posticcia è comunque una vicenda ridicola che solo in Italia poteva palesarsi. Milioni di euro e di dollari di fatturato ottenuti con promozioni sempre e comunque fatte in modo sinceramente superficiale, senza “bugiardini” di sorta, tutto alla carlona, prendere o lasciare. Questo è il web, che vuole la disintermediazione su tutto, dai vaccini alla stampa, dalle vendite alla beneficienza.
Poi emerge che come le cose vengono fatte, cioè sommariamente, non va bene. Uh lalla’ che notiziona. Siamo alla fame della plebe, poiché l’ultima Ferragnata in questione sarebbe lo spottone all’albergo diffuso in baita, dove si vede una donna ormai verso i 40 che sembra caduta nel villaggio dei nani.. “Ooohhh.. le baite”.
Peccato, non si tratta di strategia, si tratta di plagio da web. Lo si era visto già a Sanremo che Chiara aveva ormai accumulato una serie pesante di gravi danni da dipendenza Intagram e quella di aver perso cognizione di causa tra quel che si dice e quel che è, è la meno grave. I danni sul fisico sono peggiori.
Forza Chiara, in Italia il voltagabbana è lo sport dei pidocchi.
Dice il volantino pro Ferragni: “Francamente è ridicolo insinuare che le persone abbiano acquistato il pandoro Balocco o la bambola Trudi perché credevano che una parte sarebbe andata in beneficenza. Nel 2018 l’acqua minerale Evian, una bottiglia di vetro da 75 cl in edizione limitata e firmata Chiara Ferragni, veniva venduta a 6 euro, ovvero a 8 euro al litro. E non c’erano in ballo donazioni, era una semplice bottiglia d’acqua”. Dice il volantino, che dice il vero.
Martina Cecco