Il duo Amadeus e Mengoni canticchiano una canzonetta, dal testo evidentemente cambiato, in favore degli allocchi. Il canto delle Mondine, già portato alla ribalta dalla mondina Giovanna Daffin contraddicendo il millantatore Vasco Scansani negli anni 50, s’è visto così deturpato da una canzonetta canticchiata dai due improvvisati coristi. Sanremo è sempre Sanremo, così ripete un ritornello da anni, ma una volta le canzoni plagiate non venivano ammesse.
PS La musica del “Il Canto delle mondine”, una canzone popolare in voga negli anni 20 tra le lavoratrici delle risaie, ha origine ungherese risalente alla fine del 1800; fu pure utilizzata per un’altra canzone popolare italiana degli anni 30, “Fiore di tomba”, esiste pure una terza versione, sempre degli anni 30, scritta da Rinaldo Salvadori, dal titolo “La risaia”.
Dulcis in fundo una filastrocca dialettale, antica come le Dolomiti e cantata ai bambini trentini fin dai primi del 900, “La me nona l’è vecchierella”, è musicalmente uguale
Poi arrivarono i compagni e, come nel loro stile, si appropriano di tutto spergiurando che sia vera ed unica la loro versione del 1964.
Il Canto delle Mondine:
Alla mattina, appena alzate
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
alla mattina, appena alzate
là giù in risaia ci tocca andar
E fra gli insetti e le zanzare
Duro lavoro ci tocca far.
O mamma mia, o che tormento
Io t’invoco ogni doman.
Ma verrà il giorno, che tutte quante
Lavoreremo in libertà.
Fiore di tomba:
Alla mattina, mi sono alzata
E con quel ciao, mi disse ciao, e ciao e ciao
Alla mattina, mi sono alzata
L’era tre ore davanti al sol.
E mi son fatta alla finestrella
Ed io ho vedu il mio primo amor.
E l’era in piazza con ‘na ragazza
O che pene o che dolor.
O mamma mia, menem in chiesa
Davanti al piè del confessor.
E con la bocca dirò i peccati
E con il cuore farò l’amor.
La me nona l’è vecchierella
La me nona, l’è vecchierella
La me fa ciau, le me dis ciau, la me fa ciau, ciau, ciau,
la me manda la funtanela
a tor l’acqua per desinar.
Funtanela mi no ghe vago
Perché l’acqua la me pol bagnar.
Ti darò cincento scudi
Perché l’acqua la te pol bagnar.
Cinque scudi l’è assai denaro
Perché l’acqua la me pol bagnar.
Alor corro a la fontanella
A tor l’acqua per desinar.
Provate ad intonarle, la melodia musicale è la solita per tutte.
Ma quante balle ci hanno raccontato spacciandole per vere?
Marco Vannucci