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Un rendering del Ponte sullo Stretto. "Per me è una grande soddisfazione, vi ringrazio". Con queste parole il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha aperto la riunione al Mit sull'aggiornamento del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Al ministero si è svolto l'incontro istituzionale per presentare la relazione del progettista sull'aggiornamento del progetto definitivo del collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. ANSA/US MIT +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++ NPK +++
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Ponte sullo stretto. Per l’Ing. Risitano: “non è sicuro, ma soprattutto non è affidabile. Sicurezza che devono dare progettisti deve essere oggettiva”

“Il ponte sullo stretto non è sicuro, ma soprattutto non è affidabile. La sicurezza che devono dare i progettisti deve essere oggettiva”. A parlare è il Prof. Ing. Antonino Risitano intervenuto durante ‘L’imprenditore e gli altri’, programma televisivo di Cusano Italia Tv condotto da Stefano Bandecchi.

Il ponte sullo stretto non è sicuro, ma soprattutto non è affidabile. La sicurezza che devono dare i progettisti deve essere oggettiva”. A parlare è il Prof. Ing. Antonino Risitano intervenuto durante ‘L’imprenditore e gli altri’, programma televisivo di Cusano Italia Tv condotto da Stefano Bandecchi.

“È oggettiva nei limiti in cui la conoscenza permette di essere oggettiva, lì ci deve essere la sicurezza al 100% e la struttura deve essere affidabile, cioè deve mantenere la sua sicurezza nel tempo. Do due numeri importanti che determinano e definiscono perché questa struttura non sarà mai essere sicura e affidabile: il coefficiente di flutter 1 e 36, e il coefficiente di sicurezza delle funi portanti, che sono il cuore del ponte, che è 1 e 25” ha poi continuato il professor Risitano.

Rispondendo alla domanda “Perché dovrebbero far spaventare?”, Antonino Risitano ha affermato: “Perché l’1 e 36 è un fattore che non si corregge ed è legato a quell’ 1 e 25 che rappresenta il carico di sicurezza delle funi, che rappresenta una garanzia”, ha sottolineato Risitano. “Per una struttura del genere è assurdo pensare che possa essere accettabile un coefficiente di questo tipo, è impensabile. Questa è un’ala d’aereo come l’hanno definita tutti, ed è un’ala d’aereo in condizioni di turbolenza”.

Entrando più nei dettagli il professore ha spiegato il rischio rappresentato da questi due dati. “Quando questi due numeri arrivano a essere coincidenti e il rapporto quindi è 1 si hanno le condizioni per cui il ponte si mette in ritrazione, oscilla e la capacità smorzante dei materiali non è capace di fermare questo fenomeno. Il risultato è quello del Tacoma che abbiamo un po’ visto tutti, che va giù questo coefficiente a 1 e 36, nel ponte Tacoma valeva 1 e 25, in un ponte sicuro vale almeno 3. Questo significa che siamo in una condizione al limite”.

Alla domanda sulla possibilità di realizzare cavi più spessi per prevenire questo rischio, il prof. Risitano ha risposto: “Aumentando il diametro dei cavi si aumenta il peso dei cavi stessi e si arriva al limite. Qui il problema è se si dovesse aumentare il diametro dei cavi, questi terranno a mala pena loro stessi, o addirittura cederanno per il peso proprio”, ha spiegato il professore. “In un primo progetto erano a due, poi sono passati a quattro, qualcuno potrebbe dire portiamoli a sei, ma non è un discorso fattibile. È vero che potrebbero rendere qualcosa in più in termini di portanza, ma porterebbero tante complicazioni. Il discorso qui è uno: questo ponte non è sicuro. Non si può correggere, bisogna cambiare strada. Io sono per il ponte ma non per questo ponte: sono per un ponte sicuro”.