Home » L’inchiesta: Eredità Agnelli; la guerra tra Margherita e gli Elkan
L'inchiesta

L’inchiesta: Eredità Agnelli; la guerra tra Margherita e gli Elkan

E’ di questi giorni la cronaca giudiziaria torinese ma anche nazionale affrontare la mai morta ‘’inchiesta giudiziaria’’ sull’eredità lasciata da Gianni Agnelli e la figlia Margherita agli Elkann e che è legata ai 700 milioni euro dichiarati al fisco nell’ottobre del 2023 . L’indagine riguarda una presunta dichiarazione infedele dei redditi il cui accertamento, però, potrebbe mettere in discussione l’intero assetto della divisione ereditaria operata dalla famiglia Agnelli. Ma a Torino sono due le nuove partite che Margherita ha aperto con la giustizia.

C’è la causa civile che la vede come ‘parte attrice’ contro i propri figli John, Ginevra e Lapo Elkann, che hanno ereditato il patrimonio di Marella (morta il 23 febbraio 2019). Qui la richiesta è invalidare il testamento della donna. Ma c’è anche un esposto in procura costato finora a John Elkann e da pochi giorni Lapo e Ginevra Elkann  un avviso di garanzia per concorso in una presunta dichiarazione dei redditi ‘infedele’. La tesi è che Marella Agnelli, sebbene risultasse vivere in Svizzera, trascorse in Italia, almeno nel 2018, un periodo superiore a 183 giorni, soglia oltre la quale doveva essere considerata ‘residente’ a fini fiscali. E pagare le tasse su tutti i propri averi.

Le questioni riguardanti l’eredità – come è notorio – possono essere molto spinose. Anzi, si potrebbe sostenere che più è consistente il patrimonio, più è concreta la possibilità che tra gli eredi possano sorgere controversie e litigi.Quello che ci dà a vedere la eredità della famiglia Agnelli ne è un esempio lampante, che, in questi ultimi giorni, ha visto l’apertura di un nuovo capitolo di questa annosa questione.

Infatti, è stata diffusa solo di recente la notizia delle indagini svolte con riguardo ad alcuni versamenti che sarebbero stati effettuati da Margherita Agnelli (figlia di Gianni) in favore della madre Marella Caracciolo di Castagneto, rispetto ai quali non sarebbero state versate correttamente le tasse in Italia.

In particolare, inizialmente tale indagine sarebbe rivolta nei confronti di John Elkann (figlio di Margherita)presidente di Stellantis e amministratore delegato di Exo, Gianluca Ferrero (attuale Presidente della Juventus e commercialista di lunga data della famiglia Agnelli) e Urs Robert Von Grueningen (il notaio a cui è stato devoluto l’incarico di amministrare l’eredità di Marella Caracciolo di Castagneto), accusati di dichiarazione infedele in concorso ai sensi dell’art. 4 della Legge sui reati tributari ed una nuova ipotesi di reato contestata dalla procura di Torino: quella di truffa ai danni dello Stato. Da pochi giorni sono stati aggiunti come indagati anche Lapo e Ginevra Elkann.

“Truffa allo Stato” . Le Fiamme gialle avevano individuato la somma durante un’attività anti riciclaggio; John Elkann li presentò, nella forma di ‘dichiarazioni integrative’per gli anni di imposta 2019-21, come redditi maturati all’estero. Ora la tesi dei pm torinesi è che il denaro provenga invece dalla successione del patrimonio di Marella Caracciolo morta nel febbraio del 2019, moglie di Gianni Agnelli e nonna di John, Lapo e Ginevra Elkann, successione di cui si occupò il commercialista di famiglia, Gianluca Ferrero e sulla quale, pero’, non sarebbe stata pagata la tassa di successione in Italia: da qui l’ipotesi di truffa. La quantificazione della somma che sarebbe stata evasa, però, non è stata effettuata. Le indagini sono svolte dalla Procura di Torino che, proprio in questi giorni, ha iniziato a sentire i testimoni coinvolti nella vicenda.

Tuttavia, prima di addentrarsi in questo nuovo capitolo che riguarda l’eredità della famiglia Agnelli (ed anche per comprenderne meglio i possibili risvolti) è opportuno ripercorrere – seppur brevemente – le vicende che si sono susseguite nel corso degli ultimi anni.

Quando si parla di “Agnelli” la mente corre – inevitabilmente – alla Fiat e a tutte le realtà imprenditoriali che hanno caratterizzato tale famiglia rendendola, di fatto ed anche nell’immaginario collettivo, una delle più influenti in Italia.

Gianni Agnelli fu il Presidente del Gruppo Fiat dal 1966 al 1996 (restandone comunque presidente onorario fino alla sua morte, avvenuta nel 2003).

All’indomani del ritiro di Gianni Agnelli dal ruolo di Presidente, quindi, si rese necessario individuare il “successore”. La scelta cadde sul nipote di Gianni, Giovanni Agnelli (detto Giovannino) che, tuttavia, morì solo un anno più tardi (nel 1997) a causa di un tumore.

Pertanto, nel 1997 la famiglia Agnelli individuò in John Elkann,primogenito di Margherita Agnelli (figlia di Gianni e di Marella Caracciolo di Castagneto), la guida della propria realtà imprenditoriale.

John Elkann, già all’epoca, deteneva parte delle quote societarie di “Dicembre”, società che, nel corso del tempo, è stata definita da molti la “cassaforte” del patrimonio degli Agnelli.
Difatti, come riportato dal Sole24Ore, Dicembre “è l’azionista più forte con una quota del 38% della Giovanni Agnelli Bv, a cui fa capo il controllo di Exor e del relativo impero fatto di Stellantis, Ferrari, Cnh, Iveco, Gedi, la Juventus e altre partecipazioni nel lusso”.

Attualmente John Elkann detiene il 60% delle quote societarie di ‘’Dicembre’’, mentre il restante 40% è suddiviso egualmente tra i di lui fratelli, Lapo e Ginevra Elkann.

Nel 2004, successivamente, quindi, alla morte di Gianni Agnelli, Margherita firmò un accordo in base al quale rinunciò alle partecipazioni (quote azionarie del padre) nelle società di famiglia sia alla futura eredità della madre,  in cambio del conferimento di beni per l’equivalente di un miliardo e 275 milioni di euro

L’accordo prevedeva, inoltre, che Margherita provvedesse a versare una “rendita vitalizia” alla madre, il cui importo – però – non è mai stato divulgato.

Tuttavia, già nel 2007, Margherita Agnelli, ritenendo che ai tempi dell’accordo del 2004 le fosse stata nascosta una parte del patrimonio del padre, propose un’azione giudiziale volta ad ottenere la rendicontazione dell’intera consistenza patrimoniale dell’eredità di Gianni Agnelli. Tuttavia, nel 2015, la Corte di Cassazione ritenne infondate le richieste.

Margherita Agnelli, pertanto, nel 2020 ha proposto un nuovo giudizio (al momento ancora in corso e che si associa ad altri tre giudizi pendenti tra Italia e Svizzera) volto a far accertare la nullità dell’accordo sottoscritto nel 2004.

In particolare, secondo la prospettazione offerta da Margherita Agnelli tale accordo sarebbe affetto da nullità perché concluso in spregio al dispositivo di cui all’art. 458 c.c. in tema di patti successori.

Difatti, l’articolo citato prevede espressamente la nullità di “ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta”.

La lettera della legge è chiara: nel nostro ordinamento nessuno può rinunciare a diritti di cui non è ancora titolare.

Ebbene, l’accordo del 2004 sembrerebbe apertamente violare il disposto della norma.

Come detto, Margherita Agnelli nel 2004 ha rinunciato, oltre alle quotazioni azionarie del patrimonio paterno, anche alla (futura) quota ereditaria che le sarebbe spettata al momento dell’apertura della successione ereditaria della madre Marella Caracciolo di Castagneto (avvenuta solo più tardi, nel 2019).

Perché, quindi, è così rilevante questa nuova indagine?

La risposta non è per nulla scontata. Come scritto sopra l’atto sottoscritto da Margherita Agnelli nel 2004 potrebbe essere – almeno potenzialmente – affetto da nullità secondo il diritto italiano.
Ed è proprio questo il punto controverso.

L’atto del 2004 è stato sottoscritto in Svizzera, secondo il diritto di tale Paese che, a differenza del nostro ordinamento, riconosce la validità e l’efficacia dei patti successori.
Ed è proprio qui che la questione si ricollega all’indagine relativa alle somme versate da Margherita Agnelli alla madre nel 2018-2019 (e asseritamente non dichiarate dagli indagati).

Il presupposto imprescindibile dell’indagine torinese sarà quello dimostrare che Marella Caracciolo di Castagneto, sebbene formalmente residente in Svizzera, fosse fiscalmente residente in Italia alla stregua di quanto previsto dall’art. 2 TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi): Marella Caracciolo avrebbe dovuto passare almeno la metà di un anno fiscale (ossia almeno 183 giorni) in Italia.

Ebbene, secondo la prospettazione offerta da Margherita Agnelli, questa condizione si sarebbe verificata per l’anno 2018, in cui la madre avrebbe passato molto più tempo in Italia che in Svizzera.

L’eventuale riconoscimento della residenza italiana di Marella Caracciolo di Castagneto potrebbe, dunque, avallare e giustificare una eventuale declaratoria di nullità dell’atto sottoscritto da Margherita Agnelli nel lontano 2004, che risulterebbe anch’esso – di riflesso – regolato dalla normativa italiana.

Conseguenza diretta della declaratoria di nullità dell’atto del 2004 sarebbe, poi, l’integrale stravolgimento della divisione ereditaria – almeno come finora operata – della famiglia Agnelli: Margherita Agnelli “riacquisterebbe” la qualità di erede legittimo e, come tale, potrebbe partecipare alla divisione dei beni ereditari.

Marco Affatigato

Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.