Arrivato il rinvio per quanto riguarda l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti. Un rinvio che indubbiamente suona già come una probabile sentenza di diniego dato che tra le ragioni di tale provvedimento vi sono: il fatto che negli Stati Uniti d’America ci sia ancora la pena di morte, (abolita dai paesi europei e dalla stessa Russia che a riguardo ha attuato una moratoria) ma anche seri rischi circa la libertà di espressione da parte dell’imputato. Questo secondo quanto riferisce la BBC.
Insomma un’accusa pesante nei confronti del sistema americano da parte dei giudici dell’Alta Corte britannica che pongono questioni etiche e di diritto non di secondo conto.
I giudici britannici hanno affermato inoltre che avrebbero concesso al governo degli Stati Uniti tre settimane per garantire che Julian Assange potesse fare affidamento sul Primo Emendamento della costituzione americana (che protegge la libertà di parola) e che non sarebbe stato pregiudicato durante il processo o la sentenza a causa della sua nazionalità australiana; né sarebbe condannato a morte qualora ritenuto colpevole.
“Se tali assicurazioni non verranno fornite, verrà concesso il permesso di ricorrere in appello e poi ci sarà un’udienza di appello”, si legge in una sintesi della sentenza. I giudici tuttavia hanno respinto alcuni motivi della richiesta di appello, comprese le argomentazioni di Assange secondo cui sarebbe stato perseguito a causa delle sue opinioni politiche.
Sulla vicenda poche ora fa, come riporta BBC News, è intervenuta anche Michelle Stanistreet, segretaria generale dell’Unione nazionale dei giornalisti britannica, che in merito ha affermato: “I rischi per Julian Assange e per la libertà di stampa “rimangono forti”, nonostante il ritardo nella sentenza dell’Alta Corte. L’accusa contro Assange da parte degli Stati Uniti riguarda attività che rappresentano il lavoro quotidiano dei giornalisti investigativi: trovare fonti con prove di criminalità e aiutarli a diffondere le loro storie nel mondo. Se Assange verrà perseguito, la libertà di espressione in tutto il mondo sarà danneggiata”.
Michelle Stanistreet, proseguendo nel suo intervento aveva anche aggiunto: “La natura sfumata di questa sentenza di appello rende ancora più urgente una soluzione alternativa a questa situazione.Negli ultimi mesi ci sono state crescenti speculazioni su una sorta di patteggiamento, per portare questa saga ad una conclusione rapida e diretta. Esorto gli Stati Uniti a ritornare su queste opzioni. La libertà dei media è minacciata in tutto il mondo, la compassione e il buon senso del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti farebbero molto per ripristinare la reputazione di Washington come bastione della libertà di espressione”.
A seguito della decisione dell’Alta Corte britannica di concedere l’appello contro l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, è arrivato anche il commento della moglie del giornalista australiano, Stella, che attraverso il suo profilo ufficiale Facebook ha dichiarato: “L’Alta Corte britannica concede ad Assange il permesso di appello per l’estradizione negli Stati Uniti, poiché ciò viola il suo diritto alla libertà di espressione, che Assange potrebbe affrontare pregiudizi per motivi di nazionalità e che l’accusa statunitense lo espone alla pena di morte. La Corte Suprema si è rifiutata di permettere ad Assange di fare appello perché è stato perseguito per le sue “opinioni politiche”, che l’estradizione avrebbe violato il suo diritto a un processo equo, e che avrebbe violato il suo diritto alla vita o lo avrebbe esposto a trattamenti crudeli e disumani. Il governo degli Stati Uniti ha tempo fino al 16 aprile per presentare “assicurazioni” all’Alta Corte britannica nel caso Assange. Se non ne sarà presentato, la High Court consentirà al ricorso per i tre motivi. Probabilmente ci sarà un’ulteriore udienza sull’appello il 20 maggio. ASSANGE LIBERO LIBERATECI TUTTI”.
Anche in Italia sono stati in molti a commentare gli ultimi sviluppi della vicenda relativa a Julian Assange, tra i vari, spicca l’intervento di Sabrina Pignedoli, Europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che attraverso un video pubblicato sul proprio profilo Facebook ha affermato: “E’ una buona notizia, finalmente è stato accolto il ricorso di Julian Assange. Voi sapete che abbiamo seguito in diretta l’udienza che c’è stata il 20 e 21 febbraio a Londra e adesso è arrivata la sentenza, il ricorso è stato accolto e quindi adesso è il primo passo per evitare l’estradizione e cercare di portare Assange fuori dal carcere. Questo deve essere l’obiettivo per le prossime settimane, per i prossimi mesi e speriamo che avvenga il prima possibile”.