Dalla morte di Matteo Messina Denaro, da cui sono emersi inquietanti verità, ovvero la facilità per il Boss di frequentare tutte le città italiane, nonché l’arresto e la condanna richiesta per la sorella, si parla di 20 anni di carcere, molte domande si pongono, ma una tra tutte: come mai in Italia è così facile farla franca, anche di fronte a crimini di questo tipo?
I latitanti che sono stati giudicati pericolosi per la sicurezza pubblica sono molti, ma i tre maggiori ricercati sono sempre i soliti: Renato Cinquegranella, Attilio Cubeddu e Giovanni Motisi. Napoli, Arzana e Palermo sono tre delle città italiane che hanno dato i natali a questi personaggi del crimine.
Il primo, Renato Cinquegranella, è ricercato da 22 anni, per associazione a delinquere di tipo mafioso, in particolare la sua attività consiste nel mantenere alta la tensione della faida tra i Camorristi e i Famigliaristi.
Il secondo, Attilio Cubeddu, è esponente di un’organizzazione che si chiama Anonima sarda, specializzata nel sequestro di persone, è ricercato dal 1997. Secondo la vulgata sarebbe morto da tempo, tuttavia non si sono mai trovati i suoi resti. Fu coinvolto nel sequestro Soffiantini.
L’ultimo, Giovanni Motisi, è cercato dal 2001 e il suo capo d’imputazione è l’associazione di stampo mafioso, era il sicario di Totò Riina, un fedele collaboratore di Bernardo Provenzano, secondo gli inquirenti inizialmente si sarebbe nascosto in Francia.
MC