Oggi più che un’opinione è una curiosità. Questa forma geometrica innalzata verso il cielo e il gigantismo delle costruzioni sarebbero legate alla ricerca dell’eternità dai sovrani dell’Antico Impero. Le tombe dei re e delle regine d’Egitto, le piramidi s’innalzavano verso l’alto per permettere ai sovrani di accedere al cielo.
L’Egitto faraonico affascina le nostre menti. E dell’antichità le piramidi sono tra i monumenti che hanno meravigliato da subito i primi «viaggiatori» per le loro dimensioni prodigiose, per la loro presenza imponente, per il fatto ch’esse siano servite come tombe dei re e delle regine e perché furono da subito «sorgenti» di miti. Nel corso dei tempi, ciò che concerne questi monumenti classificati tra le «meraviglie del mondo», tutto è diventato mistero. A cominciare dalla «scelta» della loro forma.
Per quale ragione, agli occhi degli antichi egiziani, questa configurazione architettonica si era imposta come «necessità»? In effetti questa forma geometrica era legata alla ricerca dell’eternità da parte dei sovrani. Come anche per gli obelischi, veri aghi drizzati verso il cielo, la piramide era un simbolo solare per eccellenza. Le pareti, che oggi si presentano agli occhi dei «ricercatori» e dei turisti sprovvisti del rivestimento di calcare bianco, ci possono solo far immaginare lo splendente biancore ch’esse riflettevano quando questi monumenti erano bagnati dai raggi solari dal dio-Sole Rha.
Le piramidi: un luogo di creazione e di rinascita.
Questa forma piramidale, per il suo simbolismo, soprattutto nello spirito degli antichi egiziani rappresentava il tumulo ch’era emerso da Noun, l’oceano primordiale, quello su cui l’astro solare era apparso per la prima volta. La piramide era un luogo di creazione come anche di rinascita per il faraone nel suo viaggio di eternità. I raggi del sole erano considerati come delle scale che permettevano di accedere al cielo per ritrovarvi gli dei, unirsi al «disco solare» e così unirsi a colui che l’aveva generato.
Le prime piramidi, nella loro costruzione «a gradi», come il complesso funerario di Djoser, a Saqqara (2600 a.C.), materializza maggiormente e più esplicitamente questa «scala gigante» che monta verso il cielo. Più tardi, con il Nuovo Impero (1500-1000 a.C.), è probabile che l’installazione della nuova necropoli faranoica nella Valle dei Re, all’altezza di Tebe sulla riva occidentale del Nilo, avrebbe avuto un rapporto diretto con la forma piramidale della montagna tebana che la dominava: Al-Qum , in egiziano antico Ta Dehent , la vetta.
Ma il modello della «piramide» non è comunque esclusivo dell’Antico Egitto. I sovrani di Kouch, in Nubia, i cosiddetti «faraoni neri», si fecero inumare in questi monumenti. Nell’attuale Sudan circa 220 piramidi, più a punta e meno larghe, sono attualmente visibili. Anche l’Italia ne avrebbe presenti. In Val Curone, a pochi chilometri da Lecco, si trovano delle formazioni collinari, tre nello specifico, che ricordano proprio la «Piana di Giza». Il loro posizionamento verso est e tutto ciò che ne consegue ha alimentato sempre più il mistero delle piramidi di Montevecchia. Sono molte infatti le anomalie e le coincidenze che legano le piramidi di Giza con quelle di Montevecchia.
Grazie alle osservazioni satellitari (Foto) si è visto che i tre edifici infatti sembrerebbero riprodurre il posizionamento delle «tre stelle della cintura di Orione». Sono disposte infatti lungo una linea retta che richiama le tre stelle Alnitak, Alnilam e Nintaka replicate dalle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino. Gli antichi egizi erano infatti soliti rifarsi alla posizione delle stelle per stabilire in quale punto costruire le loro piramidi, così da permettere ai loro defunti di trovare facilmente la via di casa. Le piramidi di Montevecchia potrebbero essere collocate in un periodo storico molto vasto che va dai 3 ai 10 mila anni fa. Ma queste sono ovviamente sono solo ipotesi. Altre piramidi, più piccole, si possono vedere anche in Sardegna, l’Altare Preistorico (o Megalitico) di Monte D’Accoddi che per le sue forme e misure viene da sempre assimilata a una ziqqurat babilonese, è di età preistorica risalente almeno al IV millennio a.C. e in Sicilia orientale, le cosiddette piramidi dell’Etna (sono delle costruzioni dalla forma piramidale che caratterizzano il paesaggio del vulcano Etna).
Ma le «piramidi» si trovano in tutto il Mondo. Ci sono «piramidi» in Bretagna (Francia) in Bosnia, in Mesopotamia (ziggurat) e in Messico e nel Nord America e in America Centrale. Tombe e templi.
Marco Affatigato