Oggi più che un’opinione è una riflessione: la fede e la bellezza.
La ‘’fede’’ é rivolta all’invisibile, a qualcosa che non possiamo né conoscere né tantomeno sperimentare scientificamente. La ‘’bellezza’’ invece proviene dal visibile nel vedere qualcosa di concreto e si offre a noi chiedendoci adesione, in primis, e consenso o rifiuto perché, come la verità, la bellezza é anche ingannevole e seducente. Quindi ‘’fede’’ e ‘’bellezza’’ dovrebbero essere tenute separate per evitare una confusione equivoca e disastrosa. Ma se non abbiamo ‘’occhi’’ per vedere come bellezza sia intrinseca alla fede, e come la fede appartenga alla bellezza, fosse qualcosa di essenziale potrà sfuggirci … per sempre.
Dante, nel XXIV del Paradiso, prende e traduce pari pari da San Tommaso, il quale a sua volta l’aveva ricavata dalla «Lettera agli Ebrei» di San Paolo: «Fede è sustanza di cose sperate / e argomento de le non parventi «, dicono cosi’ Dante – San Tommaso – San Paolo.
A una sola voce quei tre grandi ribadiscono dunque che la fede ha a che fare con cio’ che é di là da venire, con l’inattuale e…con l’invisibile e quindi con il contrario di cio’ con cui ha a che fare la bellezza. Ma le loro parole non si contraddicono, anzi! Le loro parole suggeriscono l’idea che ‘’fede’’ e ‘’bellezza’’ siano misteriosamente intrecciate. Infatti Dante, San Tommaso e San Paolo affermano che la fede riempie di contenuto sostanziale quello che altrimenti sarebbe un guscio vuoto, ed è conoscenza vera, è conoscenza che fa ipotesi non menzognere. Quindi la fede mette la realtà nella sua giusta luce, proprio come la bellezza. E’ possibile quindi affermare che c’è bellezza nella fede e , a sua volta, la bellezza non puo’ prescindere dalla fede e, infine, il visibile sia il tramite dell’invisibile.
Marco Affatigato