Credo che la nostra civiltà non possa fare altro che seguire il destino dei topi di Hamelin che, inebetiti dal suadente motivetto politicamente corretto, sono miseramente annegati nel fiume.
È questo, purtroppo o per fortuna, il nostro destino? Seguire i pifferai magici di oggi, i cantori di quell’ideologia ingannatrice che ci sta portando inesorabilmente nell’abisso della barbarie, fino all’autodistruzione. Lo scopo della nostra esistenza non è più avere una discendenza e attraversare le varie età maturando, quanto piuttosto vivere un’eterna adolescenza, ostile ad ogni responsabilità.
Oggi, ad esempio, è diventata imprescindibile la scelta di quando e se far nascere un bambino e ancor più quando e come morire. Perché ormai tutto quello che si può fare si fa. Così che l’uomo come la donna non sono più un fine, ma soltanto un mezzo, uno «strumento» che può essere usato in tutti i modi possibili. E chi osa contestare la vulgata dominante è tacciato inesorabilmente di «complottista» se non di «fascista». E se fossimo stranamente tormentati da qualche dubbio o peggio rimorso, abbiamo a disposizione infinite app che in pochi istanti ci promettono rilassamento, pace interiore e verità.
Oggi possedere e mantenere la «libertà di un pensiero critico» è una merce davvero rara. Siamo ormai dentro una società omologata e assuefatta al pensiero unico del «pensiero politicamente corretto». Sono ben pochi gli intellettuali, i giornalisti, i politici che hanno fatto la scelta davvero coraggiosa di rimanere liberi, in un contesto in cui ovunque si «adeguano» in modo spudorato. Alcuni ho la fortuna di averli incontrati e anche di conoscere le loro disavventure per la scelta di libertà fatta. La nostra società è ormai segnata da un’ombra oscura che ci porta ad essere solo materia.
Materia di cui si può disporre senza alcuna remora etica. Il mito della scienza ci accompagna in un delirio di onnipotenza che ha cancellato l’idea di destino e persino quella della morte dal nostro orizzonte. Anziani che non hanno più il diritto di invecchiare, e giovani che non sanno più a chi fare le domande se non a Google, alla IA. Il fluire della vita è diventato privo di senso. La vita e la morte si acquistano su un catalogo come le vendite per corrispondenza di Amazon. Noi, essere umani, venduti al miglior offerente, come si faceva al mercato degli schiavi.
Schiavi, consumatori di tutto per divenire cittadini del niente. Abbiamo messo da parte il «Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?». Non è più riflessione, ma è solo rimasto quel dipinto con cui Paul Gauguin volle rappresentare la condizione esistenziale della donna e dell’uomo. I luoghi comuni del «politicamente corretto», del «cancel culture», del «gender stile» stanno uccidendo la bellezza della nostra umanità.
Inevitabilmente il mondo è avviato verso la rivoluzione socioculturale più profonda, radicale e repentina che l’uomo abbia mai sperimentato…. tutte le considerazioni che le generazioni passate abbiano potuto fare, sono oggi influenzate da una inutile resistenza mentale… a me il nuovo mondo non piace, e temo per i miei figli e ancor di più per i miei nipoti… i pifferai magici ai miei tempi erano pochi… oggi sono un esercito…
Marco Affatigato