È notizia di questi giorni che lo stabilimento Vetri Speciali di Pergine chiuderà la produzione che verrà trasferita, in toto o parzialmente non è precisato, presso lo stabilimento di Gardolo.
E proprio oggi i lavoratori dello stabilimento del perginese hanno incrociato le braccia in segno di protesta contro questa decisione che infligge un nuovo colpo alla economia dell’alta Valsugana.
Infatti, sono oltre un centinaio i lavoratori che dovranno spostarsi quotidianamente verso la zona industriale nord di Trento con un notevole aggravio di spese e tempi di trasferta per raggiungere il posto di lavoro.
Ma ciò che maggiormente preoccupa le oltre centro famiglie valsuganotte è la ventilata ipotesi di ridurre alcune delle attuali indennità di servizio. Una ipotesi che, se si concretizzerà, produrrà una riduzione di reddito di circa 300 euro in busta paga.
Oltre ad aumentare i tempi di trasferta lavorativa ed ingrossare il già cospicuo numero di pendolari che affollano la SS 47 della Valsugana.
In sintesi, un danno sociale oltre che economico per l’intera alta Valsugana.
Ovviamente le organizzazioni sindacali si sono già mosse per supportare le lecite rimostranze dei lavoratori, lo sciopero di oggi ne è esempio.
Qualche figura politica ha fatto timidamente capolino dalle parti della zona industriale di Pergine. Ora le famiglie coinvolte, come riferitoci da alcuni lavoratori intervistati, attendono un più deciso interessamento dell’Ente pubblico che, forte dei sostegni già dati alla Vetri Speciali s.p.a. nell’operazione dello stabilimento di Gardolo di qualche anno fa, potrà avere voce in capitolo in merito a questo ennesimo caso di impoverimento del tessuto industriale Trentino.
Raimondo Frau