Stamattina, Piazza Dante a Trento è stata teatro di un importante presidio organizzato dai lavoratori della funzione pubblica, affiliati alla CGIL. Circa mille professionisti del settore pubblico, tra cui operatori sanitari, personale delle autonomie locali e altro, hanno partecipato per rivendicare un adeguamento salariale necessario. L’obiettivo di questa manifestazione è stato quello di attirare l’attenzione sulle criticità legate alle condizioni di lavoro e retributive.
Durante l’evento, i sindacalisti hanno sottolineato la necessità di un adeguamento dei salari, evidenziando come le attuali retribuzioni non rispecchino il valore del lavoro svolto. È stata inoltre messa in risalto l’importanza della sicurezza sul lavoro e l’urgenza di evitare che la competizione con il settore sanitario privato comprometta la qualità dei servizi pubblici. Al centro delle preoccupazioni vi è anche la carenza di posti letto negli ospedali e nelle RSA, così come il rispetto dei periodi di ferie dei lavoratori.
Andrea Grosselli, segretario generale della CGIL di Trento, ha dichiarato che la questione salariale in Trentino ha ripercussioni su tutta la comunità, sia nel settore pubblico che in quello privato. Ha avvertito che senza adeguati investimenti nei lavoratori, i servizi pubblici possono indebolirsi. Per questo motivo, la CGIL chiede al Consiglio provinciale di destinare nuove risorse per il rinnovo contrattuale e per garantire un adeguamento salariale che tenga conto dell’inflazione.
Attualmente, le risorse disponibili coprono solo la metà del fabbisogno necessario per contrastare l’impoverimento dei dipendenti pubblici derivante dall’inflazione. “La nostra posizione è chiara: è fondamentale restituire ai lavoratori il potere d’acquisto perso”, ha affermato Grosselli. Le richieste del sindacato riguardano circa 38.000 impiegati nei settori sanitario, delle autonomie locali e dell’istruzione, con un fabbisogno complessivo di 130 milioni di euro per compensare l’effetto dell’inflazione.
Martina Cecco