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Salute e ambiente

Orsi, lupi, cinghiali e ungulati e non solo..

Quando si passeggia nel bosco trentino, ci si immerge in un mondo incantato, popolato da creature che spesso restano invisibili ai nostri occhi. Cervi e caprioli si nascondono tra gli alberi, mentre le volpi, astute e scaltre, si muovono silenziose nei loro territori. Orsi, lupi e cinghiali emergono più spesso nelle cronache, insieme a insetti, come scorpioni o ragni e alle vipere, perché sono dei predatori. Ma il Trentino è, grazie al cielo, molto altro.

Non dimentichiamoci delle piccole meraviglie che vivono a livello del suolo: nel sottobosco, formiche e topi selvatici animano la scena quotidiana. Tuttavia lo splendore della natura, tra chi domina e chi è dominato, nasconde le sue imperfezioni: se gli animali di grossa taglia riescono a trovare spazio, non è lo stesso per le più delicate e sensibili farfalle. La carenza sempre più evidente di farfalle evidenzia che tutto questo splendore fatto di predatori e di animali selvaggi, non è nel suo equilibrio.

Le specie che sanno volare o arrampicarsi trovano nel bosco un luogo dove nutrirsi e ripararsi. Nei campi i fiori, i frutti e le foglie sono a disposizione di chi sa sfruttarne le risorse.

Vi sono poi animali che si arrampicano sulle rocce, gli stambecchi, in compagnia di caprioli e cervi, fanno la eco ai loro colleghi ungulati da campagna. E poi la lince, sempre più rara e lo sciacallo dorato, animali speciali in via di estinzione in Trentino, ma sembra che questo non interessi nessuno, forse perché non portano soldi, non portano business.

Uno dei protagonisti indiscussi di questo ambiente è senza dubbio lo scoiattolo. Questo piccolo acrobata, con le sue zampe agili e la folta coda, si arrampica su ogni tronco, saltando da un ramo all’altro come se fosse un artista circense. Per lui, gli alberi sono non soltanto una fonte di nutrimento ma anche il luogo ideale per costruire il nido, un rifugio accogliente realizzato con ramoscelli, foglie e muschio, situato nella biforcazione di due rami, lontano dai predatori. Ma non c’è solo lui, troviamo ermellini, donnole, faine, marmotte e ghiri.

L’animale più bello e più difficile da vedere è il picchio rosso maggiore, con il suo richiamo simile a una risata contagiosa. I picchi sono veri architetti del bosco; scavano nel legno degli alberi, creando delle dimore a diverse altezze. Queste “case” ovali sono perfette per deporre e covare le uova.

Sempre più spesso si ha a che fare con morie di uccelli, le rondini scarseggiano e hanno lasciato spazio a cormorani e rondoni, che somigliano nel nome ma non hanno nulla a che fare. Raramente i gabbiani, più spesso i passeri, molti colombi e piccioni, corvi e gufi, tra tutti il fantastico gufo reale. Sempre più rari, ma anche questi scompaiono senza fare rumore perché non sono alla moda!

Un altro abitante delle foreste trentine è l’imponente gallo cedrone, il re degli uccelli forestali. Durante la stagione degli amori, i maschi si esibiscono in spettacolari danze attorno agli alberi maturi, segnando il proprio territorio. Con i suoi cinque chilogrammi di peso, l’urogallo non passa certo inosservato. E poi vi solo falchetti, falchi e le aquile, che si possono vedere specialmente a una certa altitudine. Per tutte queste specie vi sono i Centri Faunistici, che si prendono cura dei selvatici in stato di bisogno.

La foresta trentina non è solo un paradiso per gli animali più grandi; offre anche un ambiente florido per una miriade di altre specie. Gli invertebrati che sfruttano il legno morto, come coleotteri, larve e persino splendide farfalle che si posano sui fiori.

Il Trentino, con la sua vasta copertura boschiva che supera i due terzi della superficie, è un tesoro per la fauna selvatica. Ogni passeggiata può trasformarsi in un’avventura ecologica, dove scoprire nuovi angoli di natura e lasciarsi sorprendere dalla spettacolarità della vita selvaggia. La presenza di migliaia di specie animali, tante quanto quelle che ci sfuggono mentre camminiamo, rende quest’area unica e affascinante.

Eppure pare che in Trentino, in questi ultimi anni, solo due specie siano importanti: orsi e lupi. La visione distorta che la stampa e la vulgata propongono è quella di un luogo dove solo queste due specie sarebbero destinate, dove l’uomo uccide i selvatici e si rifiuta di essere in secondo piano. E tutto questo è strumentalizzato dalla politica che fa leva sui creduloni e boccaloni ed è per lo più vergognosamente falso.

Martina Cecco

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Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI. Sto frequentando un master breve (Scuola di Liberalismo 2025) presso la Fondazione Luigi Einaudi.