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Trento Film Festival: qual era la vostra selezione? Ecco la nostra

Stanno per chiudersi i battenti del Trento Film Festival 2025, giunto alla sua 73esima edizione, come sempre ha emozionato con le sue Anteprime, i Cortometraggi, i film ispirati, i film d’autore e i film documento. Ad ogni modo, a votazioni concluse, è interessante incrociare le proprie aspettative con i risultati veri e propri, anche voi, scommetto fate così. Una via di mezzo tra il Totogoal e la Schedina, il Festival di Sanremo, in generale tutti gli eventi che prevedono un esito e dei premi. Normale, va bene così.

Dunque il TotoFilm della lista persona stilata da me per Secolo Trentino ha qualcosa in comune con i film premiati, oppure no?

Un film che avrebbe meritato il premio e che se l’è poi portato effettivamente a casa è “How to Lease a Cow” della sezione Terre Alte di Livni Holtz, Sebastian Reinicke, Nicolas Seiler, Svizzera / 2024 / 27′ / Anteprima italiana. Il film è interessante perché offre in chiave critica uno spaccato storico ed etnografico sui cambiamenti enormi dell’agricoltura e del mondo del primario, in generale, alla luce dei cambiamenti climatici e dei fattori che si intersecano con allevamenti e coltivazioni.

Un altro film, bellissimo, che era nella lista originale di Secolo Trentino e che è stato poi effettivamente premiato è “Svalbard: Silent Games” di Francesco Biscaglia, Italia / 2025 / 52′ / Anteprima italiana. Ebbene no, non è l’ennesimo film sul fascino di Svalbard, non è nemmeno l’ennesimo film denuncia per fare campagna ambientale. Si tratta invece di uno splendido spaccato contemporaneo di denuncia di come i poteri politici, spartendosi il mondo, devastano le popolazioni e distruggono i rapporti umani che, come l’edera, faticosamente si sono costruiti nel tempo.

Un super mini filmato da tenere in considerazione, alla luce dei tempi correnti, è “The wolves always come at night Чоно үүр шөнөөр ирдэг” di Gabrielle Brady, Australia, Mongolia, Germania / 2024 / 97′ / Anteprima italiana. Film in concorso che parla dei cambiamenti climatici e che mette in risalto un problema molto grave: oltre alla biodiversità, per colpa dell’addensamento urbano e della fuga dagli ambienti impervi ed ostili, la società, la cultura, le persone, tendono a omologarsi o al più ad essere oggetto di discriminazione, odio e rifiuto. Un film che merita guardare, anche perché il Trentino non è certo un luogo che passa indenne, quanti sono i paesi abbandonati che ora sono occupati dai selvatici? Sempre di più? Ecco, allora se siete convinti che vi dispiaccia, questo film è per voi.

Un altro Film molto interessante, che non ha ricevuto però premi e menzioni, è “Bergers. Fino alle montagne” di Sophie Deraspe, Francia, Canada / 2024 / 113′ / Anteprima italiana. Della sezione anteprime questo film parla della storia di due giovani, che se ne vanno dal mondo moderno e tornano a vivere della pastorizia, in contromano rispetto al passato, cercano la naturalezza del vivere, ma si incontrano con la pastorizia che muore, quella del vecchio che comanda, rispetto al giovane che si integra, una bellissima storia di redenzione personale, che merita vedere.

Un film sottovalutato che invece parla di un argomento che ci riguarda: l’aria e il respiro, è “Il canto del respiro. Song of Breath” di Simona Canonica, Svizzera, Italia / 2025 / 110′ / Anteprima italiana. Il film era in concorso, ma non è stato probabilmente compreso: parla del soffio vitale, del battito della farfalla, della capacità di entrare in empatia con sé stessi e con l’ambiente, perché di questo ambiente siamo parte. In un periodo come questo, in cui siamo sempre tutti di corsa, nello stress e da quanto, in seguito al COVID e a causa dell’Inquinamento, il respiro è diventato un motivo di preoccupazione per miliardi di persone, questo documentario meritava certamente di più. Molto attuale e frainteso dalla critica.

Infine sarebbe importante riuscire a vedere un prodotto di real log, ovvero una sorta di registrazione di prove d’autore, cioè “Mar de Molada” , il progetto di teatro campestre creato da Marco Paolini per raccontare come fa il fiume Piave a portare con sé i detriti e i sassi dalla Marmolada al mare, quanti sono i suoi aiutanti e come sono distribuite le vene del sangue terrestre, cioè l’acqua, senza la quale, ad oggi, nonostante la tecnologia, non possiamo fare niente. Con semplicità ha vinto la sfida di portare temi complessi come il consumo di suolo, l’uso sostenibile delle risorse idriche e l’adattamento ai cambiamenti climatici parlandone come tra amici, ma con una traslazione filosofica notevole, che merita assecondare.

Questi sono i punti di slancio nel momento in cui vi troverete di fronte alla possibilità si godere della visione di queste pellicole, oltre che di tutte le altre opere, fatene tesoro. Inutile ricordare che in questa edizione personaggi come Reinhold Messner e Mauro Corona hanno portato dei sold out che ben interpretano le diverse anime della montagna dei leader incontrastati, due mondi e due universi opposti che hanno fatto meritati spettacoli da autografo. Commentateci indicando i vostri film preferiti, se vi va.

Martina Cecco

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Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI. Sto frequentando un master breve (Scuola di Liberalismo 2025) presso la Fondazione Luigi Einaudi.