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Storica vittoria del Bologna che ritorna a vincere la Coppa Italia

Certe notti il calcio riesce a sorprenderci, a sovvertire l’ordine prestabilito, a regalare emozioni che sanno di storia. È quello che è accaduto con la vittoria del Bologna sulla corazzata Milan, 1-0 che vale molto più di una semplice partita: vale un trofeo, una rinascita, un sogno che si realizza dopo più di mezzo secolo. Il Bologna è una signora squadra, almeno dal punto di vista storico, avendo vinto ben 7 scudetti nella sua storia. L’ultimo nel 1964 contro l’Inter.

La Coppa Italia torna a tingersi di rossoblù per la prima volta dal lontano 1974. In questi cinquant’anni, il trofeo ha quasi sempre preso la strada delle solite note: Juventus, Inter, Milan, Lazio, Napoli, Roma. Squadre blasonate, abituate a vincere, padrone di uno scenario che sembrava immutabile. Una Coppa sempre più chiusa in un circolo ristretto, dove l’ultima incursione esterna vera e propria – firmata dal Parma o dalla Fiorentina – risale a più di vent’anni fa.

Per questo il successo del Bologna ha il sapore di una rivoluzione gentile, di una pagina nuova scritta con orgoglio, lavoro e passione. È un calcio che si ribella all’élite, che ricorda a tutti come la bellezza di questo sport stia anche nell’imprevedibile, nel coraggio di chi non parte favorito ma arriva fino in fondo, contro ogni pronostico. Saranno anche frasi fatte, ma mai come nel caso del Bologna appaiono vere: una squadra e una tifoseria che si distinguono per gentilezza, per un modo di essere e di vivere il calcio diverso, autentico.

Il merito è di una squadra vera, costruita con pazienza e visione, e non smantellata dopo l’addio di Thiago Motta. La vittoria è la conferma che il progetto tecnico funziona, che c’è un’anima profonda dentro questa rosa. E c’è anche una proprietà – la famiglia Saputo – che ha creduto in un’idea e l’ha sostenuta con serietà e amore per la maglia.

Il Bologna è tornato. Ma non solo: ha mostrato che è possibile rompere lo schema, che anche in un calcio spesso statico come quello italiano c’è ancora spazio per le sorprese, per le favole. E questa, per i tifosi rossoblù, resterà una notte da tramandare. Una notte in cui Davide ha battuto Golia, e in cui il calcio, quello vero, ha vinto di nuovo.

Ma attenzione: questo Bologna non è solo una sorpresa di stagione. È una squadra solida, compatta, organizzata. Ha dimostrato, sul campo e nei risultati, di essere ben più di un outsider, guadagnandosi rispetto e credibilità.

E allora la domanda sorge spontanea: e se lo scudetto tornasse nella città degli Asinelli? Sarebbe una rinascita straordinaria, un ritorno atteso da oltre sessant’anni. E non sarebbe il primo, né il secondo: sarebbe l’ottavo scudetto della storia rossoblù, dopo i trionfi che hanno reso il Bologna uno dei club più titolati del calcio italiano tra gli anni ’30 e ’60.

Un’ipotesi che oggi sembra meno romantica e più concreta. Perché questo Bologna ha tutto: talento, identità, una città intera pronta a sostenerlo e a sognare — con in più un Cardinale come Matteo Zuppi, figura amata in tutta Italia, che incarna quello spirito gentile e profondo che da sempre accompagna i colori rossoblù.