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Gaza: morta la bambina influencer pacifista

A Gaza il 53% degli abitanti ha meno di 16 anni. La guerra sta colpendo quindi principalmente la fascia dagli 0 ai 16 anni. L’aspettativa di vita media è 36/38 anni, la percentuale di persone che supera i 46 anni è irrisoria. Questo è un dato da considerare poiché l’approccio politico dovrebbe essere solo ed esclusivamente pedagogico, non ci sono presupposti alcuni per un approccio politico governativo internazionale, negarlo è PROPAGANDA. Premesso ciò la notizia arrivata ieri è triste.

Si chiamava Yaqeen Hammad, un nome che risuona come una melodia dolce e indimenticabile. A soli undici anni, Yaqeen era molto più di una semplice bambina; era un faro di luce in un mondo buio e tormentato. La sua Striscia di Gaza era segnata dalla guerra, ma lei riusciva a dipingere sorrisi sui volti dei bambini intorno a lei. Con i suoi video su Instagram, mostrava come la gioia potesse fiorire anche nei momenti più difficili: ballava, giocava e inventava attività per regalare attimi di felicità a chi non riusciva più a trovarla.

La voce di Yaqeen, chiara e sincera, si alzava sopra le macerie del conflitto, raccontando la guerra con parole semplici, senza retorica. Era come un raggio di sole che filtrava attraverso le nuvole grigie, portando calore e speranza. Ogni suo gesto era una celebrazione della vita, ogni sorriso un atto di resistenza. “Provo a portare un po’ di allegria fra i bambini, in modo che dimentichino la guerra per un po’”, diceva in una delle sue ultime clip, con una determinazione contagiosa.

Purtroppo, la tragica notte tra il 23 e il 24 maggio 2025 ha spezzato la sua giovane vita. Un raid aereo israeliano ha colpito la sua casa a Deir al-Balah, cancellando non solo il suo rifugio, ma anche gran parte della sua famiglia. Le parole del fratello Mohamed echeggiano nel cuore di tutti noi: “La mia campionessa. La mia sorellina, la mia anima, è stata uccisa”. Ma nonostante il dolore e la perdita, la memoria di Yaqeen continua a brillare, come una stella che non smetterà mai di illuminare il cielo notturno.

Insieme, Yaqeen e Mohamed lottavano per colorare la vita degli altri. Distribuivano pasti, vestiti e giocattoli ai bambini bisognosi. Lei, con il suo gilet dell’ONG che le risultava enorme, si muoveva con grazia tra le tende, impacchettando dolcetti e preparando cucine da campo. La sua capacità di trovare la bellezza nei gesti quotidiani era straordinaria.

Oggi, i profili social di Yaqeen sono diventati un angolo di lutto collettivo, ma è importante ricordare che la sua storia è anche un simbolo di resilienza e speranza. La vita di Yaqeen, purtroppo interrotta, rappresenta un’infanzia spezzata ma mai sottomessa. In un momento storico in cui oltre 15.000 bambini hanno perso la vita a causa del conflitto, la sua luce continua a brillare, ispirando tutti noi a non arrendersi mai di fronte all’oscurità.

Yaqeen Hammad vive nei cuori di chi ha conosciuto il suo sorriso e nei sogni di quei bambini che, grazie a lei, possono ancora sperare in un futuro migliore. La sua memoria ci invita a combattere per un mondo più luminoso, dove ogni bambino possa vivere nella gioia, senza paura. E così, Yaqeen diventa un simbolo di ciò che possiamo essere: portatori di luce, anche nei tempi più bui.

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI. Sto frequentando un master breve (Scuola di Liberalismo 2025) presso la Fondazione Luigi Einaudi.