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I PAESI OCCIDENTALI TOLGONO I FINANZIAMENTI AI RIBELLI SIRIANI

Sono finiti gli aiuti degli Stati Uniti nei confronti dei ribelli, oramai rivalutati come terroristi, siriani a seguito di scontri interni avvenuti nel nord del paese mediorientale. La notizia, riportata dalla Cnn, proviene da un funzionario del dipartimento di Stato e porta alla luce un aspetto poco conosciuto della Guerra Civile in Siria: ovvero quello inerente i finanziamenti stranieri a truppe ribelli che sostanzialmente consistono in armi e soldi.

La svolta è stata causata dalla decisione di questi di chiedere aiuti all’interno degli ambienti fondamentalisti islamici.

L’Esercito libero, poco e male armato, è stato sempre più delegittimato in patria a favore di gruppi estremisti (forti di sostegni economici maggiori) e di altre sigle qaediste, composti da mercenari giunti da ogni angolo del Pianeta, ma estranei alla causa della rivolta siriana.

Secondo la stampa turca il Fronte Islamico, la coalizione formata in novembre da sei gruppi armati islamici, ha attaccato i ribelli ufficiali aderenti all’Els, l’operazione ha comportato la conquista, da parte di questi, del valico di frontiera con la Turchia di Bab al Hawa. Poche ore dopo questo è stato chiuso dalle autorità di Ankara.

I miliziani jihadisti hanno anche preso un vicino importante deposito di armi dell’Els. A inizio dicembre il Fronte Islamico ha dichiarato di non accettare più l’autorità dell’Els, indebolendo ulteriormente la rappresentatività della coalizione appoggiata da diversi Paesi arabi e occidentali, il cui peso militare è oggi fortemente ridotto dai colpi inferti dai gruppi jihadisti.

La sospensione degli aiuti americani ai ribelli, ha precisato la fonte, non riguarda l’assistenza umanitaria. Fonti dell’ambasciata britannica ad Ankara hanno detto che “fino a quando la situazione non si sarà chiarita”, Londra non ha “alcun progetto di fornitura di attrezzature” ai ribelli siriani.

Nonostante l’amministrazione statunitense e britannica si siano rese conto dell’effettiva natura di gran parte di queste truppe, il vero vincitore è Putin, e la sua vittoria è storica. Questo terremoto cambia le carte che erano state distribuite addirittura nel 1973, al tempo della guerra del Kippur, quando la Siria e l’Egitto attaccarono Israele di sorpresa per raderlo al suolo: fu allora che gli Stati Uniti intervenirono a favore dello stato ebraico con artiglieria e rifornimenti vari. Così il mondo arabo dopo la vittoria di Israele che, tuttavia, col disperato valore dei suoi soldati rimase aggrappata sul precipizio del Mare Mediterraneo, imparò che era meglio tener conto della presenza americana in zona. Per esempio l’Egitto lasciò l’area sovietica per entrare nella sfera degli Usa.

Michele Soliani

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