Dopo quanto avvenuto nello scorso settembre, con la risoluzione ONU, e nello scorso gennaio, quando giunsero, con non poche proteste, al porto di Gioia Tauro in Calabria, non se ne è fatto più accenno. Si parla delle armi chimiche siriane.La loro distruzione interessa un importante organismo sovranazionale, l’OPCW (Organisation for the prohibition of chimica weapons), che ha, pochi giorni fa, affidato, dopo una gara che ha visto interessate numerose aziende private, la delicata operazione a due imprese, la finlandese “Ekokem Oy Ab” e la statunitense “Veolia Environmental Technical Services Solutions, LLC”.
La prima gestirà sostanze quali 2-clorometanolo e metanolo; la seconda tratterà prodotti fosfati. Si tratta però di sostanze non letali come il Sarin, il famoso gas nerviso realizzato dalla IG Farben nel 1938. Fu usato per l’attentato alla metropolitana di Tokyo che provocò la morte di 12 persone.
Il gas nervino verrà quindi caricato dal Porto di Gioia Tauro su un’apposita nave statunitense, Mv Cape Ray, ed entro il 31 maggio, data limite fissata, verrà riversato, come affermato da ufficiali USA, nelle acque del Mediterraneo.
Sebbene il successo dell’organizzazione internazionale, ha vinto il premio nobel per le sue operazioni in Siria, restano perplessità sul “perché” riversare liquidi capaci di uccidere in mare aperto. A quanto detto si ricorda pure che il Mediterraneo è un mare chiuso con un ricambio delle acque completo dell’acqua che avviene all’incirca in 90 anni. Greenpeace ha sostenuto molte volte che è un mare invaso di spazzatura; presso le coste spagnole, tanto per citare un esempio, si contano 33 pezzi di spazzatura galleggianti per metro quadro, di cui tre quarti sono pezzi di plastica: dai frammenti ai sacchetti e le bottiglie.
Non solo plastica ma anche l’inquinamento causato dagli scarichi fognari. L’80% di questi non viene trattato e possono causare la copertura del fondale da parte di materiali di origine terrestre.
Lo scorso 17 febbraio, nonostante queste premesse, l’Unione Europea ha donato 12.000.000 € per finanziare la distruzione di sostanze chimiche, la quale dovrebbe avvenire presso strutture commerciali. La cerimonia ha visto come protagonista il commissario Ue allo sviluppo, Andris Piebalgs. Non resta che la speranza che sia trovata una diversa soluzione per la distruzione di simili armi.
Una cosa è sicura. La distruzione del 93% dell’isopranolo siriano come affermato entusiasticamente lo scorso 10 febbraio dal direttore generale dell’OPCW. Peccato che il prodotto, oltre ad essere usato dalle case farmaceutiche, sia alcool usato come blando disinfettante cutaneo alla pari di quello etilico denaturato.
M.S.
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