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L'ASCESA DI SALVINI E L'ATTUALE SITUAZIONE POLITICA

Dopo sei mesi dall’insediamento del governo Renzi, Salvini sembrerebbe essere l’unico in grado di risollevare un centrodestra in affanno, e in molti (a partire da Berlusconi, fermo al 25% di consensi subito dopo la Meloni), vedono in lui l’uomo giusto per cavalcare l’onda che potrebbe farlo balzare in testa alla classifica dei consensi elettorali, arrivando addirittura a spodestare l’egemonia di Renzi, sempre più in una situazione di stallo. Gli ultimi scontri interni al PD, sembrerebbero constatare quanto ipotizzato, e l’ipotesi di una scissione nel centrosinistra non è da prendere alla leggera.

Salvini questo lo sa e ne approfitta. Sa che l’inflessione del premier presenta alcune specificità, date in primo luogo dal fatto che Renzi ha fin da subito alimentato molte aspettative nei cittadini, all’insegna del cambiamento, rapido e profondo, ma che tardivamente sembra non esservi ancora del tutto verificato. Alcuni provvedimenti sono andati a segno, seppure molti altri ancora faticano a veder la luce. Sembra vederla Salvini, ben consapevole del malcontento comune, sopratutto di quel ceto medio che (a fronte di importanti sacrifici)  crede ormai al declino inesorabile di un paese ormai privo di futuro. E’ questo infatti il punto centrale: qual’è il futuro dell’Italia?

Il malumore viene intercettato dall’altro Matteo, quel leghista che con poche mosse si è assicurato (nell’arco di un mese) un consenso generale da parte degli Italiani, partendo dal nord e giungendo fino a voler conquistare il sud (da sempre terreno impraticabile per i Leghisti, visto lo storico astio tra leghisti e meridionali). Proprio in merito a questo fatto, lo stesso segretario leghista ora sembra ammettere lo sbaglio commesso al sud, dichiarando di aver cambiato idea sui meridionali, parte integrante e fondamentale per la salvezza del  paese, “che deve riprendersi da nord a sud o non ce n’è per nessuno“. Dichiarazioni che hanno suscitato l’interesse di Gianni Alemanno, membro dell’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia-Alleanza, che dichiara:

“Apprezzo il ripensamento di Salvini sul sud e mi auguro che sia sincero e non strumentale, rimane però un fatto: Salvini non dichiara definitivamente chiusa la stagione del secessionismo e del federalismo esasperato. La Lega Nord deve comprendere fino in fondo che per difendere l’identità e la sovranità nazionale ci vuole uno Stato unitario forte e autorevole. È l’esatto contrario dello statalismo, ma bisogna difendere la sovranità nazionale sia contro l’euro che contro gli eccessi anarchici delle autonomie locali. Il federalismo eccessivo può forse essere stato utile alle Regioni forti del nord, ma è stato un disastro per il Mezzogiorno, perché è stato l’alibi con cui le Regioni meridionali sono state abbandonate a se stesse, senza controlli e senza una strategia unitaria. Matteo Salvini guardi realmente all’esperienza del Front National in Francia per comprendere che Nazione e Stato unitario sono un binomio inscindibile”.

Salvini si rafforza e a fronte di un centrodestra formato da figure indecifrabili e che sembrano non aver più nulla da dire, sembra essere l’unico in grado di rappresentare l’attuale centrodestra, risultando complementare rispetto a Renzi, e arrivando a spazzare via  un’altro canalizzatone di malcontenti quale Grillo, sconfitto dai problemi interni al suo M5S.

Giuseppe Papalia.

Riguardo l'autore

giuseppepapalia

Classe 1993. Giornalista pubblicista, consulente di comunicazione per i deputati al Parlamento europeo, corrispondente da Bruxelles. Una laurea in scienze della comunicazione e una magistrale in giornalismo con indirizzo “relazioni pubbliche” all'Università degli studi di Verona. Ha collaborato con alcuni giornali locali, riviste di settore e per alcune emittenti televisive dalle istituzioni europee a Bruxelles e Strasburgo. Con TotalEU Production dal 2019, ho collaborato in qualità di social media manager e consulente di comunicazione politica.

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