Il 26 luglio ricorre l’anniversario della morte del maggiore del Genio Navale Teseo Tesei, un nome a molto sconosciuto ma sul quale c’è molto da raccontare. Nato a Marina di Campo, sull’Isola d’Elba, nel 1909 riuscì ad entrare all’Accademia Navale di Livorno dove si distinse e fu ammesso al Corso Normale per il Corpo del Genio Navale per poi conseguire qualche anno dopo la laurea in ingegneria navale.
Tesei è tra gli inventori, assieme a Italo Piccagli ed Elios Toschi, del Siluro a Lenta Corsa, chiamato “Maiale” a causa della sua iniziale poca affidabilità, verrà utilizzato nelle missioni di incursione subacquea più pericolose e di successo svolte dalla Regia Marina all’interno dei porti di Alessandria, Gibilterra e molti altri. Il Maiale era un piccolo sommergibile tascabile sul quale venivano trasportati a cavalcioni i due operatori dotati di autorespiratori, i quali giunti in prossimità dell’obiettivo smontavano la prua del mezzo contente l’ordigno esplosivo a tempo che doveva essere applicato alla nave nemica.
L’ufficiale, però, più volte nel corso della guerra ha dimostrato il suo valore in particolare nel corso del recupero dell’equipaggio del sommergibile Iride, affondato da aerei inglesi nel Golfo di Bomba nell’agosto 1940. Dopo numerosi tentativi, svolti sotto il fuoco nemico, riuscì assieme ad altri operatori della X Flottiglia e palombari a portare in superficie e salvare 5 marinai che erano imprigionati all’interno del relitto. In virtù di questo a Tesei venne concessa la Medaglia d’Argento al Valore Militare.
L’ufficiale di Marina decise di partecipare all’operazione Malta Due, che consisteva nella forzatura del porto di LaValletta fortemente protetto dagli inglesi, in programma la notte tra il 25 e il 26 luglio 1942. L’operazione affetta da ritardi, a causa di inconvenienti tecnici, rischiava di essere compromessa e per fare in modo di recuperare il tempo perduto il Maggiore Tesei, fortemente determinato a portare a termine la missione, decise di “spolettare a zero” la sua carica esplosiva a tempo provocando l’esplosione immediata e di conseguenza la sua morte assieme a quella del suo gregario 2 Capo Alcide Pedretti. L’operazione nonostante il sacrificio non ebbe esito positivo ma impressionò molto gli avversari che dissero: “Nel luglio scorso gli italiani hanno condotto un attacco con grande decisione per penetrare nel porto, impiegando MAS e “siluri umani” armati da “squadre suicide” (…). Questa impresa ha richiesto le più alte doti di coraggio personale”.
Per tale atto eroico all’Ufficiale venne attribuita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria e nel 1942 l’Università di Padova gli conferì la laurea ad “honorem alla memoria”.
Oggi il Raggruppamento subacquei incursori, Reparto di élite e punta di diamante della Marina Militare porta il suo nome.
Stefano Peverati