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Esteri

“Gheddafi leaks”: i finanziamenti libici alle campagne elettorali occidentali

Il giornale saudita “Ashwar Al-Asat”, di orientamento liberale ed affine al nuovo corso data nel Regno dal principe Salman, sta facendo emergere con cadenza settimanale i cosidetti “Gheddafi leaks” in cui la figura del 44° Presidente degli Stati Uniti Barack Obama appare in maniera molto diversa rispetto a quella della star a cui il colosso Netflix vuole dedicare una serie. Non solo Obama, ma anche altri leader occidentali risultano coinvolti in questi documenti, in particolare l’ex inquilino dell’Eliseo Nicolas Sarkozy.
Una puntata è dedicata al precedente leader degli Stati Uniti, nella quale si racconta che l’allora poco noto senatore dell’Illinois avrebbe ricevuto oltre 5 milioni di dollari per sostenere la campagna elettorale per la presidenza nel 2004. Il quotidiano saudita avrebbe, inoltre, pubblicato file audio e raccolto testimonianze di persone presenti nel corso delle trattative con lo staff del futuro presidente. In virtù di questo accordo Obama, in caso di vittoria, si sarebbe impegnato a rimuovere la Libia dalla lista dei “Rogue States”. L’ondata di primavere arabe portò la crisi nel paese nordafricano ed il 19 marzo 2011 all’Operazione Unified Protector, la quale determinò la caduta e la successiva morte del colonnello libico dopo 42 anni di dittatura.
Non solo oltreoceano, ma anche oltre Mediterraneo il flusso di denaro libico ha raggiunto Parigi durante la presidenza Sarkozy, si tratta di un altro capitolo spinoso riguardante un ben più cospicuo finanziamento, si parla di oltre 50 milioni di Euro in cambio della risoluzione del caso del volo UTA772. L’aereo un Douglas DC 10 in volo tra Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, e Parigi Charles de Gaulle esplose in volo sul cielo del deserto del Ténéré provocando la morte di 170 persone. La colpa venne attribuita ai servizi segreti libici sei agenti, tra i quali l’allora vice capo Al Zanoussi e vennero tutti condannati in contumacia per negata estradizione da parte di Tripoli.
Il quotidiano saudita narra di una trattativa segreta, avvenuta presso l’albergo Corynthia di Tripoli, tra l’allora presidente francese ed il Raìs libico alla presenza del figlio di quest’ultimo Saif al-Islam e dello stesso Al Zanoussi. L’ufficiale dei servizi segreti era oggetto diretto della trattativa, sulla testa del quale pendeva una condanna all’ergastolo da parte della giustizia francese, e la parte libica richiedeva l’amnistia.
Machiavelli nel Principe scrive: “… nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine. Facci adunque un Principe conto di vivere e mantenere lo Stato; i mezzi saranno sempre giudicati onorevoli..” Se queste indagini saranno confermate non resta che attendere l’uscita dei prossimi capitoli per vedere quali altri nomi eccellenti emergeranno.
Stefano Peverati