Cinque anni di femminismo che partiva dalle aule della Camera dei Deputati e il suo risultato è stata l’orgogliosa foto messa da Elisa Isoardi su Instagram, foto in cui è intenta a stirare le camicie del suo uomo.
Nei fatti un successo per Laura Boldrini, la donna che aveva modificato le parole perché ritenute troppo maschiliste, e per tutte le donne che predicano il femminismo. La maggioranza delle donne, però, è rimasta indifferente di fronte a tutto quanto è stato propinato in questi ultimi cinque anni. Del resto l’idea della regina del focolare era da considerarsi un’idea arcaica e che non rispettava più un mondo così evoluto come il nostro. Poco importa se attualmente le donne hanno sempre più problemi a lavorare e ad essere madri, l’importante é – nella logica di Boldrini – mostrare la donna come superiore all’uomo in modo tale da annichilire addirittura i classici istinti del maschio.
Il problema non è stirare, quanto considerare questa attività qualcosa di gratificante. Questo aspetto mi solletica qualche domanda sulle priorità di alcune donne: qualcuna ritiene stirare un momento necessario per ottenere la gratificazione dal proprio uomo. Aspetto che, piaccia o non piaccia a Laura Boldrini, riporta e sottolinea un detto popolare in Italia: “Dietro a un grande uomo, c’è una grandissima donna”. Questo è conforme al prevalente modo di pensare della nostra società.
Elisa Isoardi, seguendo una precisa tradizione femminista-sovranista, ha lanciato un messaggio del genere: “Se Salvini va al Quirinale vestito non da barbone, è solamente grazie a me. E visto che l’uomo è animale sociale, sono io che lo rendo sociale”. Insomma la sua è una forma di femminismo che non si regge minimamente, anzi è proprio contraria ai classici cliché del bigottismo, dei pronomi e sostantivi femminili propagandati da Laura Boldrini.
Se poi vogliamo essere sinceri (sorriso affettuoso dell’autore) , noi uomini stiriamo meglio. Boldrini