Sono consapevole che c’è sinistra e sinistra. Esiste una sinistra parecchio minoritaria (direi quasi in via d’estinzione) che sente nel sangue il patriottismo e considera i confini e la dimensione nazionale un valore, ritenendo per contro un disvalore l’immigrazione di massa e le frontiere aperte. Questa sinistra evoca e invoca il sovranismo costituzionale. Ma è – come ho detto – una parte minoritaria, quasi insignificante (e per alcuni aspetti persino contraddittoria) nel panorama di quell’area politica che un tempo era occupata dai comunisti e dai socialisti.
Oggi la sinistra è essenzialmente quella che un tempo fu la destra liberale e liberista, con forti iniezioni (e qui c’è la differenza con la vecchia destra storica) di elementi liberal e radicali. Una sinistra dunque che evoca l’assenza di confini, che demonizza lo Stato nazionale (e il suo interventismo in Economia), e vitupera tutto ciò che è patria, patriottismo, identitarismo e sovranismo. Soprattutto è una destra che denigra la dimensione costituzionale del popolarismo e del patriottismo, ritenendo che quella parte della Carta fondamentale non sia degna di essere presa in considerazione e che anzi, debba essere superata nel grande progetto europeista e mondialista.
Questa “sinistra”, che possiamo pure chiamare destra post-liberale o destra liberal, oggi occupa l’area che fu della vecchia sinistra novecentesca, ormai quasi del tutto defunta. L’aspetto che inganna i vecchi elettori della sinistra, è quella posticcia sensibilità per le minoranze (gay e immigrati) che alimenta l’idea che comunque trattasi di sinistra. Ma la verità è che l’interesse per queste minoranze è politicamente strumentale ad altri obiettivi di natura economica e sociale che in linea teorica si contrappongono con i valori della sinistra.
Dunque è evidente che chi oggi vota sinistra, erratamente convinto di votare la cultura politica che fu di Gramsci e degli altri grandi ideologi della sinistra novecentesca (e prescindo qui dal giudizio culturale e politico sugli stessi), è costantemente truffato e ingannato, perché in realtà vota e sostiene proprio la destra liberista e liberal, che vede nel patriottismo, nei valori della famiglia tradizionale, dell’identità nazionale e nella dimensione costituzionale dell’economia e della società, il nemico da abbattere.
Finché una buona parte dell’elettorato di sedicente sinistra non si renderà conto che oggi la strada maestra (costituzionale) è la tutela dell’identità nazionale, dei valori costituzionali e della sovranità economica e politica, la dissoluzione della nostra nazione sarà un’eventualità concreta, soprattutto perché in questo deprecabile caso (da scongiurare), avremmo avuto una massa di elettori che si sono prestati a essere gli utili idioti del sistema contro cui hanno creduto di combattere e che con il loro voto hanno invero legittimato politicamente per fare l’esatto opposto.
Il mondialismo, l’immigrazionismo, il globalismo, il buonismo, il politicamente corretto sono i nemici non solo della destra sociale e nazionale, ma anche della sinistra popolare e nazionale.