Home » Germania. Rifiutata l'iscrizione a scuola perchè figlio di un deputato AFD
Eurozona

Germania. Rifiutata l'iscrizione a scuola perchè figlio di un deputato AFD

Il fatto è successo a Berlino e tra le motivazioni del rifiuto ci sarebbero le idee "nazionaliste e xenofobe" del partito del genitore. Tale decisione, condivisa dall'intero corpo docente, sarebbe stata presa per evitare di turbare la "quiete scolastica" dal bambino che potrebbe aver assimilato le idee familiari.

In Germania in questi ultimi giorni ha fatto molto discutere il caso della
Waldorfschule (le scuole che seguono i precetti di Rudolf Steiner) che ha negato l’iscrizione ad un bambino, colpevole di essere figlio di un parlamentare di AFD ( Alternative für Deutschland).

Il fatto è successo a Berlino e, tra le motivazioni del rifiuto, ci sarebbero le idee “nazionaliste e xenofobe” del partito del genitore. Tale decisione, condivisa dall’intero corpo docente, sarebbe stata presa per evitare di turbare la “quiete scolastica” dal bambino che potrebbe aver assimilato le idee familiari.

La vicenda assume contorni grotteschi se si considera che l’alunno in questione aveva già frequentato, senza creare problemi, l’asilo nido nella medesima struttura.

Le Waldorfschule d’altro canto non sono nuove a questo tipo di prese di posizione, solamente l’anno scorso il figlio di un militante di NPD (partito di estrema destra tedesco) era stato rifiutato a Hitzacker in Bassa Sassonia e ancora, i figli di Caroline Sommerfeld, filosofosa radicale di destra, erano stati cacciati a Vienna per le idee della madre.

La notizia di questo ennesimo abuso di potere da parte di un “istituto steineriano”, ha scatenato feroci polemiche in Germania. Se da un lato si sono schierati Sandra Scheeres (responsabile dell’Istruzione di Berlino), l’SPD, il presidente dell’Associazione tedesca degli insegnanti e l’Unione federale delle scuole steineriane, dall’altro nessuno ha avuto il coraggio di prendere le parti della Scuola, che è stata ripetutamente tacciata di razzismo e discriminazione.

Quello che deve far riflettere di questa triste vicenda è che a rimetterci, ancora una volta, sono i bambini. Vittime, loro malgrado, di un certo modo di pensare tipico degli ambienti dove apparire tolleranti conta più dell’esserlo realmente.

In attesa di vedere gli ulteriori sviluppi di questa vicenda, la speranza è quella che per una volta vengano messi da parte i contrasti politici e si ragioni nell’interesse dei più piccoli.

Perché è impensabile voler negare ad un bambino la possibilità di proseguire gli studi nello stesso istituto dove ormai si è ambientato e si è fatto degli amici, per le idee politiche di un genitore.

Carlo Alberto Ribaudo