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Piano anti-Covid. E’ caos nel Governo: in Calabria dopo Cotticelli verrà rimosso anche Zuccatelli?

E' iniziata così la lunga lettera che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inviato al quotidiano Repubblica, rivendicando l'impegno e gli sforzi fatti dal Governo per cercare di contrastare la pandemia di Covid-19 che, dopo mesi più tranquilli, è tornata a spaventare molto il Belpaese.

“Non posso accettare che passi il messaggio di un presidente e di un governo che hanno abdicato ai propri doveri approfittando della pausa estiva, che un solo weekend passato al mare o una singola cena a margine di un appuntamento istituzionale vengano così strumentalmente sottolineati, perché il governo la scorsa estate non è mai andato in vacanza”.

E’ iniziata così la lunga lettera che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inviato al quotidiano Repubblica, rivendicando l’impegno e gli sforzi fatti dal Governo per cercare di contrastare la pandemia di Covid-19 che, dopo mesi più tranquilli, è tornata a spaventare molto il Belpaese.

Proseguendo nella lettera, il Premier ha ribadito con forza come quest’estate ne lui ne i ministri e i vari esperti che via via sono stati consultati, si siano presi pause. Continuando invece a lavorare alacremente per risolvere i vari problemi e garantire che la ripresa economica e sociale dell’Italia avvenisse nel pieno rispetto delle norme di sicurezza.

Secondo Conte poi, se l’esecutivo si fosse preso pause quest’estate, oggi l’Italia vivrebbe una situazione ben diversa e, invece degli interventi specifici e mirati messi in essere con i vari Dpcm (come la divisione del paese in diverse zone di criticità), si sarebbe già arrivati ad avere un lockdown generalizzato.

“Oggi abbiamo il doppio dei posti letto in terapia intensiva rispetto all’inizio dell’emergenza; abbiamo immesso nei servizi sanitari 36.000 nuovi medici e infermieri; mentre all’inizio dell’emergenza riuscivamo a fare 25.000 tamponi oggi arriviamo a farne 230.000 e siamo predisposti a farne molti di più; in primavera stentavamo a reperire dispositivi di protezione individuale anche per le categorie professionali più esposte, mentre oggi siamo pienamente autosufficienti e le distribuiamo gratuitamente ogni giorno a studenti, docenti, personale sanitario e forze di sicurezza. Senza gli innumerevoli tavoli di confronto, i 12 mila cantieri che hanno consentito di avere 40 mila aule in più, le gare per banchi e dispositivi digitali, non avremmo mai visto i nostri ragazzi rientrare in classe” ha poi rimarcato il Premier.

Giuseppe Conte ha poi terminato la lettera, rivendicando ancora la bontà del suo lavoro e di quello di tutto il Governo, evidenziando come non sia corretto mettere in dubbio l’operosità dell’esecutivo, rimarcando come siano al lavoro per fare ancora di più ma “non abbiamo mai tirato i remi in barca.”

Lo sfogo del Primo Ministro però, si scontra leggermente con la realtà dei fatti, soprattutto in relazione alle recenti vicende occorse in Calabria dove il Commissario per la Sanità, Saverio Cotticelli, è stato sostituito dopo aver dato prova, in diretta tv, di non avere la minima idea del piano sanitario della Regione e di non essere informato sulla situazione sanitaria calabrese.

In estrema sintesi, il Commissario Cotticelli, era intervenuto all’interno della trasmissione di Rai 3, Titolo V, mostrando di non conoscere affatto la situazione dei posti in terapia intensiva della Regione e sopratutto, cosa ancor più grave, di non conoscere minimanente il Piano anti-Covid della Calabria di cui era primo responsabile e da lui approvato.

Questa disastrosa intervista aveva creato molto clamore, portando lo stesso Giuseppe Conte a tuonare che Cotticelli sarebbe stato sostituito immediatamente (cosa che poi è avvenuta con l’ingresso di Giuseppe Zuccatelli) con un commissario veramente “capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità.”

Tralasciando il fatto che a poco più di 24 ore dalla sua nomina, il nuovo Commissario Zuccatelli sia già finito in una nuova tempesta mediatica per alcune sue dichiarazioni passate che negavano l’utilità della mascherina come dispositivo utile a contrastare il virus e altre ancora più gravi sulle modalità di contagio. Stupisce come l’esecutivo, stando sempre impegnato a lavorare per monitorare la situazione in tutta Italia, non si sia mai accorto della (manifesta) inadeguatezza, soprattutto dopo la rimozione di Saverio Cotticelli per lo stesso motivo.

Inadeguatezza che è stata mostrata anche in una successiva intervista, rilasciata questa volta a Massimo Giletti durante “Non è l’Arena”, nella quale l’ex commissario ha addirittura dichiarato di non sapere cosa gli sia successo e paventando la possibilità che sia stato drogato e affermando di aver ricevuto attacchi precedenti sia da media che dalle istituzioni.

Senza voler in alcun modo mettere in dubbio le parole del premier Conte, è evidente però come un esecutivo attento e costantemente al lavoro, si sarebbe dovuto accorgere prima, se non dell’inadeguatezza del commissario, quantomeno delle difficoltà che stava riscontrando nello svolgere il proprio lavoro. Oppure indagare sul passato di chi lo avrebbe sostituito, di modo da non sprecare tempo nominando figure “controverse” che, prevedibilmente, avrebbero potuto infiammare l’opione pubblica.

Così facendo, forse, si sarebbe potuto evitare che la Calabria finisse tra le regioni “rosse” del paese.

Carlo Alberto Ribaudo