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Italia, verso quale forma di governo sta andando?

Al via le nuove regole per quanto riguarda il Green pass e soprattutto per il Super Green pass. Se altri paesi europei, Spagna, Francia, Regno Unito, procedono ad una riduzione dei controlli e prospettano una via d’uscita dal Covid-19, altri, come l’Austria decide di assumersi la responsabilità dell’obbligo vaccinale, il nostro paese, per meglio dire il nostro governo, è ancora interessato alla “lotta ai novax”.

Lotta che ormai sembra sempre più una vera e propria caccia alle streghe, strumentale e fine a se stessa, dato che il numero dei vaccinati ha raggiunto ampliamente la soglia prevista per l’immunità di gregge e i non vaccinati sono oramai esclusi dalla vita sociale da oltre un mese.

A ciò si aggiunge che i più rinomati virologi italiani, o quantomeno i più telegenici, hanno espresso perplessità su nuove misure restrittive. Basti pensare a Galli che ha affermato come l'”Obbligo vaccinale per gli over 50 sia una misura tardiva comunicata in modo confuso” o a Bassetti che ha affermato che: “Avremmo dovuto mettere obbligo vaccinale 6 mesi fa, ma i politici volevano i voti”.

Così il Green pass diventa o forse lo è sempre stato, un coercitivo per imporre più che per aiutare. A dimostrare tale affermazione ci sono i dati, con persone che pur avendo effettuato la terza dose hanno comunque contratto la variante Omicron o, più in generale, tutti quei dati che stanno dimostrando come il vaccino abbia solo la funzione di far sviluppare sintomi più lievi, forse.

L’assurdo è poi arrivato proprio in queste ore con regole che impongono alla cassiera del supermercato o piccolo negozio di essere in regola con la vaccinazione, ma al contempo permettono a questa – qualora non si volesse vaccinare e quindi non volesse lavorare – di girare tranquillamente per il supermercato come cliente.

E fin qui tutto bene, un conto è stare otto ore alla cassa ed un conto è mezzora per fare acquisti ma… attenzione: solo per acquistare alcuni articoli, per altri dovrà rivolgersi alle catene web, acerrime rivali dalla nostra economia locale.

Due pesi e due misure? No, tre e più pesi per altrettante misure, si potrebbe chiosare, proprio nel momento in cui il Covid diventa sempre di più una malattia associabile all’influenza.

Il problema ora come ora è fondamentalmente politico/burocratico e non più solo sanitario poichè del resto le elezioni incombono e i parlamentari ci tengono – in un contesto che ricorda quello fantozziano – a non sfigurare di fronte ai loro capi che decideranno sul loro futuro.

Ricordiamoci che alle prossime elezioni, per via del referendum costituzionale dell’ottobre 2019, solo 600 degli attuali 945 posti in parlamento saranno occupabili.

Fondamentale quindi, restare ancora per un anno ben collegati con i vertici del partito e, possibilmente, ben in vista. E con un governo che, temendo il confronto istituzionale, va avanti a colpi di fiducia c’è ben poco da fare.

Meglio essere accondiscendenti e non imitare i colleghi inglesi che hanno messo all’angolo Boris Johnson.

Sia ben chiaro : chi scrive è a favore della scienza medica e della farmacologia in generale ma trasformare una lecita campagna di salute pubblica in una kermesse televisiva, spesso a reti unificate, a partire dal “da tutti invidiato presidente del Consiglio dei ministri”, ci si lascia andare ad affermare tutto ed il suo contrario (il green pass sarà “garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose” – cit. Mario Draghi 21/07/2021).

Il tutto corredato da una ormai innumerevole serie di regole, di regolamenti e procedure, di protocolli e modulistiche che si intrecciano e cambiano al mutare di dati e statistiche raccolti dalle amministrazioni attraverso sistemi e processi spesso caotici.

Dichiarazioni ed esternazioni che hanno fatto presa sui più.

Basti pensare alla larga schiera di ristoratori e operatori del settore che ha salutato entusiasticamente il “grenn pass” come strumento in grado di far ripartire le loro esauste imprese, salvo ora doversi confrontare con la realtà di una drastica diminuzione degli introiti a fronte di un ulteriore aumento degli adempimenti e delle responsabilità.

Ecco, tutto questo insieme caotico e barocco, oltre a mettere in luce la farraginosità del sistema e l’incapacità dei vertici nel rispondere incidendo significativamente, evidenzia come il vero problema, risiede nella mancanza totale di un sano e costruttivo confronto su come affrontare il virus ed i suoi effetti, sanitari, sociali, economici e psicologici nei prossimi anni; senza cadere nella pedanteria dell’interpretazione dei numeri.

L’elemento che manca a questa democrazia è un costruttivo confronto e, per questo, c’è il rischio sempre maggiore di allontanarci da questa forma di governo.

O forse ne siamo già distanti.

Raimondo Frau