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Due anni dopo…

Fu una confusione totale. Coloro nel predicare prudenza furono tacciati con i peggiori epiteti, da fascisti a razzisti, con un Conte lesto nel raccontare ch’eravamo preparatissimi e che, il virus, anzi il vairus come un ministro lo aveva ribattezzato, non sarebbe mai esploso in Italia.

In questa babele ci fu chi predicò ch’era solo un’influenza e di abbracciare un cinese; in Toscana, l’allora governatore Rossi, di meglio non ebbe a fare che l’aprire un semplice consultorio in uno stabile ad Osmannoro.

Anche troppo per un raffreddore, ebbe a dire.

Dal 28 febbraio ci fu il primo lock down; il 5 marzo riaprirono bellamente tutto per una settimana.

Ed il virus ringraziò tutti alla sua maniera: diffondendosi. Nel frattempo tra i promotori del “è solo un raffreddore”, ovvero il segretario del PD Zingaretti, s’infettò durante un’apericena milanese.

Eravamo prontissimi e non avevamo neppure le mascherine.

Non servono! Così sentenziarono i virologi da red carpet televisivi, Gismondo in primis, e fu pandemia.

Marco Vannucci