Si è conclusa la quinta edizione del Festival dello Sport di Trento, un evento che ha coinvolto tantissime persone sia come organizzazione che come sportivi intervenuti, un’edizione di livello altissimo se guardiamo agli ospiti e ai temi trattati.
Si è respirata un’aria di entusiasmo, di voglia di partecipare e ascoltare, non tanto per esaltare o concentrarsi sulle vittorie ottenute nelle competizioni ma quanto per conoscere, capire come un atleta vive la quotidianità, come reagisce ai momenti di difficoltà, come affronta le proprie paure, un’analisi introspettiva che senza un evento del genere sarebbe difficile affrontare.
Numerosi sono stati i momenti di confronto e di analisi, di racconti di vita personali e di aneddoti da parte dei professionisti dello sport, di forti emozioni ricordando le imprese sportive o i campioni che non sono più tra noi.
Il Festival dello Sport ha registrato una grande partecipazione di pubblico, con lunghe file per potersi assicurare un posto per assistere agli incontri, è evidente che lo sport è molto sentito e vissuto e dal confronto è emerso quanto sia fondamentale la pratica sportiva per il benessere, l’autostima, la crescita personale soprattutto per i bambini ed i ragazzi: è prioritario investire nello sport e molto nelle scuole, perché l’attività motoria deve essere garantita e consentita a tutti sin dalla tenera età, come più volte ribadito dalle autorità e dagli esperti durante i giorni della manifestazione.
Le persone (in particolare le nuove generazioni) guardano e si ispirano ai loro campioni, ai loro idoli (che si sono mostrati molto disponibili verso i loro fan, mettendosi a disposizione per foto e autografi): questo Festival ci ha dato la grande opportunità di viverli da vicino in una veste insolita, raccontando se stessi e mostrando anche le loro fragilità.
di Gobber Giovanni Istruttore di Ginnastica
Presidente e Rappresentante Legale della ASD “Centro Studi Movi-Mente” di Pergine Valsugana