La leva della mobilitazione “parziale” della Russia è finita, ha detto il presidente Vladimir Putin ieri tranquillizzando l’esercito russo dopoi che si era mosso dicendo che avrebbe chiamato molti più riservisti per far fronte alla sua offensiva in Ucraina.
Ma il leader russo non era certo di come legalizzare questa scelta dal punto di vista burocratico: “Onestamente, non avevo nemmeno pensato” di porre fine alla chiamata militare tramite decreto presidenziale. “Parlerò con gli avvocati per accertarmi se la fine della mobilitazione debba essere annunciata per decreto”, ha detto. “Ma è finita.”
Putin ha parlato ore dopo che il Ministro alla Difesa russo ha dichiarato di aver ordinato agli ufficiali di arruolamento di smettere di gestire i documenti di chiamata e tornare alle operazioni di routine. Il Cremlino ha detto che i rapporti isolati di uomini russi ancora convocati erano dovuti a errori o ritardi. Venerdì scorso, il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha detto in un incontro televisivo con Putin che la Russia aveva raggiunto il suo obiettivo di richiamare 300.000 riservisti in poco più di un mese.
La mobilitazione “parziale” della Russia è costellata di errori, proteste ed è culminata in un esodo di massa verso i paesi vicini, a partire dal 21 settembre, data in cui era stata annunciata. L’esercito russo ha promesso di non schierare i coscritti autunnali in Ucraina, un’affermazione contestata dagli esperti di guerra.
“I coscritti saranno quasi certamente schierati in Ucraina dopo che il loro addestramento sarà completato intorno a marzo o aprile 2023”, ha detto lunedì il think tank statunitense Institute for the Study of War. L’evasione dalla leva è punita con 5 anni di carcere.