La Casa della solidarietà occupa attualmente tutti i 9 piani dell’edificio di via Lunelli, a Trento. L’immobile è stato recentemente acquistato dall’ACI, costretta a trovarsi una nuova sede per consentire la realizzazione del passante ferroviario.
Il Cinformi, Centro informativo per l’immigrazione, occupa attualmente quasi sei piani e fa attività di front office, back office, accoglienza, sportelli, corsi. Gli altri tre piani sono occupati dalle altre associazioni che lavorano spesso in stretto contatto tra loro e con Cinformi, con proficui scambi di esperienze e condividendo le attività.
“Pare che la nuova proprietà, già nei prossimi mesi, prenderà possesso almeno dei primi 5 piani per svolgervi le sue attività.
Si prospetta quindi di compattare tutte le attività svolte attualmente da Cinformi, Atas, Centro servizi per il volontariato, Croce Rossa e Alfid ed altre associazioni nei 4 piani rimanenti. É chiaro che non può che trattarsi di una soluzione provvisoria, anche perché comunque nel 2025 scade il contratto di comodato d’uso a suo tempo siglato con il precedente proprietario”, su questo punto è quindi intervenuto il Consigliere del Partito Democratico, Luca Zeni, che con una interrogazione ha sollecitato la Giunta ad affrontare rapidamente la questione per garantire al più presto una sede adeguata alla Casa della solidarietà.
“Il periodo storico che stiamo vivendo, – rincara il Consigliere Zeni – con importati flussi d’immigrati che si stanno riversando anche sull’Italia e con l’inevitabile ridistribuzione sul territorio nazionale – compreso il Trentino, come recentemente confermato dalla giunta provinciale – richiede un Centro informativo per l’immigrazione pienamente operante ed efficiente, cosa che pare obbiettivamente difficile se viene costretto in uno spazio inadeguato o comunque molto più ristretto a quello utilizzato finora.
L’esperienza di questi anni di “convivenza” tra le varie associazioni si è dimostrata valida ed estremamente proficua, sparpagliare le varie associazioni, prevedere sedi diverse sul territorio non sembra una soluzione positiva. È necessario quindi trovar una nuova sede, di dimensioni adeguate, per permettere la rinascita della Casa della Solidarietà”.