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Napoli: è festa scudetto!

Pochi elementi naturali possono rappresentare un’intera città, un popolo, una fede. L’antico vulcano Vesuvio è uno di questi: esso rappresenta la punta più alta della città di Napoli ma non solo, rappresenta il collegamento fra la città e il cielo.

Gli antichi greci credevano che il vulcano fosse consacrato niente meno che ad Ercole, figlio di Zeus e di Alcmena; un semidio sin dall’antichità avrebbe vegliato sugli abitanti campani.

Quel semidio sembrava solamente aleggiare nel cratere, ma ecco che nelle stagioni 1986-87 e 1989-90 qualcosa di divino a Napoli effettivamente vi fu. Per la prima e per la seconda volta nella propria storia calcistica Napoli conquistò il tricolore, per la prima volta Napoli divenne centro d’Italia. Il merito fu principalmente di un uomo dai piedi divini, il leggendario Diego Armando Maradona.

Oggi, trentatré anni dopo l’ultimo scudetto e per la terza volta nella propria storia calcistica, Napoli è tornata a respirare un’aria divina, un’aria leggendaria. Il merito è stato principalmente di una squadra compatta, coesa e con ottime individualità.

Dopo le partenze di Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz e dello storico capitano Lorenzo Insigne in pochi avrebbero scommesso su questa squadra. Poi però, gli arrivi di Kim e Kvaratskhelia hanno acceso una nuova luce a Napoli, completata dall’irrefrenabile voglia di goal del bomber Victor Osimhen. Capitan Di Lorenzo, Rrahmani, Mario Rui, Lobotka, Zielinski, Anguissa e Politano hanno fatto il resto, portando di fatto la squadra di mister Spalletti a dominare il campionato.

Solamente una squadra così completa poteva compiere un’impresa olimpica di tale portata. Come scordare la vittoria a San Siro sul Milan con rete decisiva del “cholito” Simeone oppure il roboante trionfo sulla storica rivale di sempre, la Juventus: un 5 a 1 senza storia.

Nel corso del girone di ritorno la squadra di Spalletti ha continuato a inanellare successi, riuscendo così a cucirsi il tricolore sul petto con ben cinque giornate d’anticipo.

Dopo il pareggio interno nell’ultima giornata di campionato contro la Salernitana, la vittoria dello scudetto è stata rinviata di qualche giorno. Ma oggi, grazie al pareggio contro l’Udinese, i partenopei sono finalmente tornati ad esultare.

Solamente cinque mesi fa era stata l’Argentina a festeggiare, capace di riportare a casa la coppa del mondo ben trentasei anni dopo le imprese di Diego. Oggi invece, due anni e mezzo dopo l’addio al più grande calciatore della storia del calcio, ecco che la squadra che più l’ha rappresentato è tornata a gioire. Coincidenze, credenze, riti e destini che si incrociano, Napoli è anche questo.

Sul solco di un semidio greco e nella casa di Diego Armano Maradona altri eroi hanno consacrato la città al ricordo immortale. Napoli può nuovamente guardare tutti dall’alto.

Mattia Nadalini

Riguardo l'autore

mattianadalini

Laureato in "Studi storici e filologico letterari", attualmente frequenta il corso di laurea magistrale in "Scienze storiche".
Appassionato di cultura e sport, in particolare calcio e formula 1, dal 2020 scrive saltuariamente sulla propria pagina Instagram "Il simposio del calcio".