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Lettere al Direttore

Lettere al Direttore: “Spettacolo indegno di Urzì”

Egregio direttore,

scrivo per esprimere tutto il mio disgusto, da Trentino nato e cresciuto qui, per lo spettacolo indegno che il signor Urzì e il partito di Fratelli d’Italia stanno dando alla nostra provincia, scene che pensavamo possibili solo nelle regioni sotto Roma, sono diventate realtà anche a casa nostra grazie a questi personaggi che l’autonomia non sanno neanche dove sta di casa, visto che l’hanno sempre combattuta.

Partiamo col dire che il signor Urzì è di Bolzano e per farsi eleggere è dovuto andare a Vicenza – i sudtirolesi certo non l’avrebbero mandato a rifocillarsi negli ottimi ristoranti del parlamento – quindi già da questo dato abbiamo il metro per capire quanto gli interessi del Trentino: meno di zero.

Ecco perchè sta succedendo quello che vediamo: a 40 giorni dalle elezioni ci sono ancora “beghe”, nonostante la giunta sia stata nominata nei tempi corretti, tuttavia fa parte del dna di FdI questa modalità tutta italiana – e molto poco trentina – di poter dilazionare sempre, rimandare, rimettere in discussione, rimescolare, tutto perché? “Noi di Fratelli d’Italia possiamo rinunciare alle poltrone, non ci interessano”, era il mantra che Urzì ripeteva nei suoi mille comunicati mandati sull’onda delle emozioni (metà per fortuna i giornali li cestinano), salvo poi far capire di essere disposti a dare fuoco alla Provincia per la poltrona della Gerosa, inutile girarci intorno, per farle avere la vice Presidenza, perché così viene imposto di fare dai vari onorevoli meridionali avvicendatisi in questi mesi, gente, per inciso, a cui se chiedeste dove sia il trentino sulla carta geografica vi indicherebbero la Corsica, anche a loro, evidentemente, del fatto che i Trentini non abbiamo un governo importa poco.

Oltretutto le passerelle durante la campagna elettorale di deputati e personaggi saliti da Roma (o più sotto) col treno pagato da noi contribuenti, sono servite a poco visto il risultato penoso di FdI alle provinciali.

La loro idea di autonomia è questa, cioè la non autonomia. Presidente Fugatti, cederai ai ricatti? Hai detto che il tuo mondo finisce a Borghetto, dimostralo. Consiglieri Biada, Cia, Daldoss e Girardi, siete disposti a sacrificare voi stessi, a farvi da parte, per la salvezza di una? In quattro sareste comunque il secondo gruppo della maggioranza e li lascereste senza potere contrattuale. I vostri elettori hanno votato voi persone, non FdI, meglio mollare questo carro adesso con davanti 5 anni in cui tutto è possibile, che non a ridosso delle prossime elezioni.

Con l’augurio per tutti noi che questo teatrino finisca ben presto,

Tommaso Marchetti

RISPOSTA

Carissimo lettore,

spero di risponderle con il giusto equilibrio.

Lo spettacolo del Signor Urzì, che peraltro, essendo anche un giornalista, ha una capacità nettamente superiore alla media di utilizzare la stampa e tutti i mezzi della comunicazione, è senza dubbio un esempio infelice di come la politica possa – in certi frangenti – diventare fangosa. Devo però tirarle le orecchie per il regionalismo che lei dimostra, accusando on air le regioni del Sud e sbandierando una tradizionale superiorità del Trentino, in fatto di onestà dei politici, che non me la sento di abbracciare: le darei ragione se fossimo in altro ambito, ad esempio nell’ambito degli appalti, che in regione sono molto meno intaccati dalle mafie che altrove, ma in politica, debbo sinceramente smentire questo ipotetico candore, perché a causa del numero risicato di elettori, la nostra regione, non è soggetta alla camorra, certo no, ma è menata dalla logica del piazeròt e degli scambi da quartierino. Anzi, è proprio in alto mare con la pietra al collo e questo è un caso – onestamente – alla luce del sole, diciamo, cioè svoltosi sotto i riflettori.

In merito alla elezione a Vicenza le dirò che, per partiti nazionali, è abbastanza normale candidare in varie regioni e poi spendersi sul locale, teniamo conto che Bolzano è a maggioranza lingua tedesca e c’è stato per molto tempo un razzismo verso gli italiani, che si tagliava con il coltello. I fatti attuali, che vedono un’amicizia politica tra l’estrema destra provincialista alto atesina e un partito italiano, è cosa rara e molto positiva, speriamo di aver lasciato alle spalle l’epoca del terrorismo altoatesino e di cominciare a vivere come Dio comanda, sullo stesso piano. Lo stesso aveva fatto, se ricorda, l’On Biancofiore, che era stata presentata – se non erro – in Campania, per lo stesso motivo.

Ora passiamo invece alla parte mielosa: sì, credo pure io che negli interessi dei due soggetti ci siano prima di tutto una visione personale e poi l’interesse collettivo e questo è accaduto perché la politica che conducono è distante dagli interessi della collettività. Il modo che userei per definire il problema è che sono due politici “mediani” che per una bizzarra ironia della sorte si sono trovati a ricoprire cariche importantissime. Entrambi si sono spesi moltissimo da tantissimi anni per fare politica, ma le loro idee sono sempre precipitate nel vuoto, ma la costanza e la preparazione li hanno sempre premiati, perché sono due politici molto razionali e determinati..

Ci sono in merito due cose che vorrei aggiungere: credo che sia stata una scelta infelice far emergere questi accordi come sigillati con il nastro isolante: è stato davvero un momento triste quando, così, come se niente fosse, si è ammesso – e purtroppo non è una cosa illegale ma è una cosa che succede sempre – che si vuole il posto in prima classe, altrimenti non si collabora più.

  1. Questi accordi erano naturalmente preliminari alla coalizione presentata, motivo per cui non averli traditi è segno di una politica che in un certo senso pensa come punto cardine la certezza/il vincolo del mandato (storico cavallo di battaglia di FDI); se si è stati incaricati ed eletti per fare quello, va fatto quello.
  2. Personalmente, ma ripeto, è un parere mio, intimo, questi accordi sono tristi e demoralizzanti. Lo dico da donna, che peraltro vede arrivare una donna di destra alla Vice Presidenza ma solo perché erano d’accordo e non per scelta diretta. Mi creda, è umiliante per noi donne (anche se è un fatto importantissimo, se vogliamo dirla tutta, visto che FDI continua ad esprimere donne, alle urne).
  3. Mi ha molto delusa che inizialmente la carica di “Assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità” che è una carica attiva dove sono richieste competenze vere e dove c’è una molte infinita di lavoro, sia stata scartata per preferire una carica vuota e di facciata, alquanto inutile e superficiale – tranne che per il portafoglio – di una Vice Presidenza. Ma questo è motivato dalla natura del mediano, come le dicevo sopra. Sono stata però consolata che, alla fine, si sia preferito mantenere il compito, insieme al contentino. Cioè che abbiamo una donna competente a capo dell’assessorato a mio parere più importante.
  4. Il comportamento del signor Urzì quindi, è stato politicamente infelice, ma il risultato è stato efficiente, perché ha ottenuto quello che voleva Fratelli d’Italia e ha anche portato a casa dei numeri. Io conto che – risolto questo – le cose siano sistemate.
  5. Penso in cuor mio che questi fattacci si siano palesati perché il risultato di coalizione ha dato dei numeri poco netti, la Lega si è trovata a dover calare le brache, formalmente parlando, perché il bilanciamento tra le liste non consentiva a nessuna di rinunciare all’altra. Ora, quindi, ci troviamo con due Assessorati che hanno risolto in modo diverso dal previsto. Credo che sia emersa, ancora una volta, la capacità del Presidente Fugatti, di tenere testa alle situazioni. In questo si è dimostrato trentino, cioè persona che tipicamente non si scalda e non si anima di fronte ai guai. In altri contesti, su questo le darei pienamente ragione, ci sarebbe stata bagarre, liti, rimpasti, consulenze, maxi coalizioni, defezioni e magna magna, invece qui – al momento – no. Su questo – cioè sulla differenza di carattere tra persone del Sud e del Nord – le darei ragione.
  6. Mi spiace che lei abbia capito adesso che, quando la poltrona canta, “il mulo di impianta e l’elettore si disincanta”.

Un caro saluto e si goda, comunque, la vittoria del centro destra.

La Direttrice Martina Cecco

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.