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Ferragni. L’influencer diventa un’opera del Bansky italiano, Andrea Villa

Nelle ultime settimane, Chiara Ferragni, è stata al centro dell'attenzione mediatica italiana e internazionale a causa dell'ormai noto "Pandoro Gate" che ha destato molto clamore e ha, se possibile, spaccato ancor di più l'opinione pubblica in merito all'influencer e al suo operato.

Nelle ultime settimane, Chiara Ferragni, è stata al centro dell’attenzione mediatica italiana e internazionale a causa dell’ormai noto “Pandoro Gate” che ha destato molto clamore e ha, se possibile, spaccato ancor di più l’opinione pubblica in merito all’influencer e al suo operato.

Nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso e che i magistrati determinino con certezza l’eventuale dolo nelle operazioni commerciali sponsorizzate dall’influencer, oggi, la figura di Chiara Ferragni è tornata a caratterizzare la cronaca nostrana, grazie all’opera di Andrea Villa, famoso street artist soprannominato: il Bansky di Torino.

L’artista torinese ha infatti deciso di rappresentare l’iconico occhio azzurro, simbolo del brand Chiara Ferragni, intento ad osservare un paesaggio stilizzato di Milano recintato col filo spinato, sopra al numero 1984, chiaro richiamo alla famosissima opera di George Orwell.

L’opera è stata affissa nella notte del 16 gennaio in Via Reggio e Corso Reggio Parco a Torino, ma l’artista ha deciso di pubblicare, nella giornata odierna, l‘immagine della sua opera anche sui propri canali social, specificando come una serie di stampe firmate e numerate siano in vendita e, come, sia possibile acquistare anche “i poster originali recuperati dalla strada”.

Andrea Villa non è nuovo ad una presa di posizione in merito alla vicenda che ha visto protagonista Chiara Ferragni, ancora lo scorso dicembre infatti, l’artista torinese aveva pubblicato sui suoi profili social due immagini, riprese dal web, che criticavano l’operato dell’influencer cremonese.

L’artista in merito, come riporta il suo profilo Instagram, andreaalvilla, ha dichiarato: “Il libro di George Orwell immaginava un mondo dove gli schermi televisivi spiavano tramite telecamere le vite e le azioni delle persone, per uniformarle al pensiero unico del “Grande Fratello”, ovvero il dittatore supremo che controllava tutto con i suoi “occhi digitali”. Il protagonista del libro era prigioniero in casa, controllato a vista dalla telecamera del suo televisore. Così come Chiara Ferragni si ritrova prigioniera del suo stesso social e della sua stessa immagine, un occhio che l’ha sbugiardata con le sue false donazioni e ora la imprigiona: ha paura di uscire di casa, perde soldi, followers e consensi, vittima del suo stesso mezzo comunicativo. Lo schermo dell’ipocrisia si incrina, il re è nudo e si vedono gli ingranaggi della dittatura dell’immagine, dove la “grande macchina” governa le scelte delle persone. Non importa se sei povero o ricco come i Ferragnez: la macchina ti schiaccerà comunque. Una dittatura distopica reale, perchè vive nella nostra vita e nei nostri schermi.”

Quella dell’artista torinese è una presa di posizione chiara in merito alla vicenda e alle polemiche che hanno colpito l’influencer cremonese. L’opera di Andrea Villa, oltre a riportare in auge il caso di Chiara Ferragni, riporta l’attenzione anche al pensiero che vede l’uomo moderno schiavo e vittima di internet e dei social network, così come erano schiavi del Grande Fratello i protagonisti de 1984 di George Orwell.