Entro il 2095, ogni individuo avrà meno membri della famiglia e sarà più anziano. Questo cambiamento demografico potrebbe rimodellare il modello sociale di assistenza.
Secondo un nuovo studio condotto da un team internazionale di ricercatori, sotto la guida del ricercatore in scienze sociali Diego Alburez-Gutierrez dello «Istituto Max-Planck per la ricerca demografica», prevede che il numero dei membri di una famiglia diminuirà di oltre il 35% entro il 2095. Ad esempio, una tipica donna di 65 anni nel 1950 avrebbe avuto in media 41 membri della famiglia, mentre una tipica donna della stessa età che vive nel 2095 dovrebbe averne solo 25.
La struttura delle famiglie cambierà per diventare più “verticale”: il numero di fratelli, cugini e nipoti diminuirà drasticamente, mentre aumenterà il numero di nonni e bisnonni.
Viviamo più a lungo e il calo dei tassi di mortalità in età diverse aiuta a spiegare questo fenomeno.
Inoltre, le coppie hanno sempre meno figli e li avranno più avanti nella vita.

La solidarietà familiare rischia di cambiare
Man mano che il divario di età tra gli individui e i loro partner si allarga, le persone avranno reti familiari non solo più piccole, ma anche più vecchie.
Le strutture di parentela sono importanti perché la solidarietà familiare – una fonte cruciale di assistenza informale per milioni di persone – è condizionata dalla sopravvivenza dei membri della famiglia. Ad esempio, lo studio prevede che i bisnonni aumenteranno di numero in futuro, ma potrebbero essere troppo vecchi e troppo fragili per fornire sostegno. Ciò si tradurrà in un cambiamento sociale significativo, di cui i responsabili delle politiche sanitarie pubbliche dovranno tenere conto.
di Marco Affatigato